Il 2022 presenterà una serie di novità anche per quel che riguarda il settore bancario. Tra queste una riguarda la giacenza media di un conto.
Il 2022 è ormai alle porte, e con il suo arrivo una serie di importanti novità andranno ad incidere, di fatto, su quella che è la quotidianità dei cittadini italiani. Piccoli accorgimenti che potrebbero nella comune gestione ad esempio di un conto corrente, portare a non poche difficoltà in ambito gestionale del proprio profilo bancario. Quando si parla di soldi, qualsiasi cittadino salta dalla sedia, questo è chiaro, in Italia come in qualsiasi altra parte del mondo. Il 2022 potrebbe portare quindi ad incredibili novità per quel che riguarda la gestione dei propri soldi nel caso in cui non si tenga conto di alcuni limiti prestabiliti.
E’ necessario ricordare, ad esempio che al momento in merito alla giacenza media di un conto corrente o di qualsiasi altro prodotto finanziario la soglia oltre la quale è d’obbligo pagare la tanto temuta imposta di bollo è di 5mila euro. Potrebbe inavvertitamente verificarsi, non è raro, di superare il suddetto limite di sforamento. Di conseguenza ritrovarsi obbligati a versare in automatico una tassa pari a 34,20 euro nel caso di persone fisiche. Mentre nel caso di aziende la cifra sale a 100 euro. Una disattenzione non da poco insomma. Distrazione che potrebbe in qualche modo gravare sulle spese già abbastanza opprimenti mediamente presenti nella gestione di un conto corrente bancario o anche postale.
Conto corrente, occhio alla giacenza media: cosa succederà nell’ambito della tassazione nel 2022
Cosi come riportato dal sito web contocorrente.it a più riprese è stato consigliato ai clienti dei vari istituti di credito, anche dietro minaccia di cessazione dei rapporti con gli stessi di “muovere” in qualche modo i propri eventuali consistenti risparmi, considerata la scarsa convenienza da ambo i lati nel tenerli in qualche modo immobili da anni. Gli istituti bancari in molte occasione, come anticipato hanno provveduto a vere e proprie “cacciate” di clienti in qualche modo poco dinamici. Per gli stessi clienti inoltre avere soldi, fermi, non investiti insomma, comporta eccessive spese di gestione, che tra l’altro anno dopo anno tendono ad aumentare, diventando spesso insostenibili.
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Se non dovesse arrestarsi l’ascesa senza freni delle piccole spese di gestione dei conti correnti che sommate diventano importi per niente irrilevanti si rischia di arrivare nel 2022 a vere e proprie situazioni limite. Ricordiamo, inoltre, di vivere al momento una stagione di aumenti, spesso sconsiderati in ogni ambito dell’economia. Ogni bene, nel giro di qualche mese ha lasciato la sua abituale valutazione per lievitare e nemmeno poco giorno dopo giorno. Beni di prima necessità come farina, pane, o anche l’accesso a servizi, utenze telefoniche e dell’energia elettrica, gas, carburante, qualsiasi cosa insomma. Il bollo del conto deposito, inoltre, giusto per non farsi mancare niente è passato dall’1,5 per mille al 2 per mille. Davanti a tali fluttuazioni i risparmiatori dovrebbero quantomeno sentirsi scoraggiati di fronte all’ipotesi di tenere fermi i propri risparmi.
Il 2022 è alle porte e quello che ci attende, da cittadini, da risparmiatori e sotto qualsiasi altro profilo è purtroppo, al momento ancora tutto da scoprire. La situazione non è certo delle migliori, il contesto è quello che è, sperare in qualcosa di positivo per i cittadini non sarebbe male. Chissà quanto questa ipotesi possa al momento ritenersi realistica.