Una delle big pharma più note è finita nel mirino di un investitore controcorrente. Il titolo ha perso terreno, ma qualcuno pensa che sia un regalo. E non è il solo.
I segnali tecnici sono chiari, le valutazioni pure. E se fosse tutto pianificato? Un ribasso come occasione rara, forse irripetibile.
Un nome che pesa a Wall Street, ma che ora si trova in una fase inattesa. Nonostante tutto, gli analisti restano convinti. Ecco perché.

Chi è abituato a muoversi tra i mercati sa che il rumore di fondo può confondere. Ogni giorno arrivano segnali contrastanti: chi grida al tracollo imminente, chi parla di “rimbalzi tecnici”, chi preferisce restare alla finestra. Ma c’è chi invece agisce.
Papirio, investitore attento e riflessivo, è uno di quelli che osserva con freddezza i numeri, i dati, la storia. E proprio quando molti titoli sembrano perdere appeal, lui inizia a drizzare le antenne.
Nel recente calo di un colosso farmaceutico come Eli Lilly, ha visto qualcosa. Non un allarme, ma un’opportunità. Il titolo è sceso di circa 24% dai massimi registrati nel 2024, ma i fondamentali non sono affondati con il prezzo. Anzi.
Cosa spinge un’azione a perdere così tanto in così poco tempo? Ma, soprattutto, cosa spinge un investitore esperto a comprarla proprio adesso?
Una discesa che nasconde valore: cosa vede Papirio in Eli Lilly
Quando un titolo importante come Eli Lilly perde quasi un quarto del suo valore, la prima domanda da farsi è: “È davvero tutto giustificato?”. Papirio non si lascia influenzare dal prezzo, va oltre. E lì trova segnali incoraggianti.

La società è una delle grandi del settore farmaceutico, specializzata nello sviluppo di terapie innovative per malattie come diabete, disturbi mentali, Alzheimer e obesità. Prodotti come Mounjaro hanno già iniziato a rivoluzionare interi segmenti.
Il calo recente è figlio di un mix di fattori: prese di profitto dopo la corsa del 2023, timori sui margini legati agli investimenti in R&S e rotazioni settoriali che hanno temporaneamente penalizzato le pharma. Ma Eli Lilly resta solida, con ben 28 analisti che mantengono una raccomandazione media “Buy”.
Il prezzo attuale, 732,41 USD, è ben lontano dal target medio stimato di 1.010,63 USD, suggerendo un potenziale di +37,99%. Un gap che attira l’attenzione.
A ciò si aggiunge la politica sui dividendi, che è stata coerente negli ultimi 20 anni, con una media del 2,1% annuo. Non un dividendo esplosivo, ma affidabile. E per chi ragiona sul lungo periodo, questa continuità è un fattore chiave.
Dal punto di vista tecnico, i supporti di breve si trovano in area 700 dollari, mentre la prima resistenza importante si colloca attorno a 780, con proiezioni più ambiziose a 850 dollari nel medio termine.
Il peso delle valutazioni e il parere delle banche d’affari
Nonostante il calo, i grandi operatori finanziari non si sono tirati indietro. Anzi. Da marzo 2025 in avanti, molte banche d’affari hanno rafforzato le loro opinioni positive sul titolo.
Goldman Sachs ha ribadito il giudizio “Buy”, citando la forza del portafoglio prodotti e l’enorme potenziale dei nuovi farmaci anti-obesità, un mercato destinato a esplodere nei prossimi anni.
Morgan Stanley ha puntato l’attenzione sull’assenza di veri segnali di deterioramento nei fondamentali, leggendo la discesa come un’occasione generata da dinamiche di breve.
JP Morgan, da parte sua, ha incluso Eli Lilly tra le sue scelte top nel settore healthcare, con una visione positiva sull’evoluzione delle pipeline nei prossimi due anni.
Papirio osserva tutto questo e collega i puntini. In un contesto così, il calo del 24% non è visto come un segnale di allarme, ma come una finestra temporanea. Un’opportunità che potrebbe chiudersi presto, man mano che il mercato torna a focalizzarsi sui fondamentali.