Proseguono i sondaggi, anche perché lo stop alla pubblicazione è ormai prossimo. Fratelli d’Italia si conferma in pole position, soppiantando proprio nel Nord del Paese il partito della Lega
Ecco cosa sta accadendo nel mondo della politica a pochi giorni dal fatidico silenzio elettorale.
Stando ai sondaggi al momento Meloni starebbe ottenendo numerosi consensi nel Nord Italia, il terreno di caccia al voto prediletto dal partito di Salvini. Il derby della destra vede senz’altro in vantaggio l’ormai ex alleato minore della fazione. Questi i numeri. I fatti hanno portato al tracollo elettorale del partito del Carroccio. Per un approfondimento clicca qui.
Con la tornata elettorale del prossimo 25 settembre, parola e voto agli elettori. Attualmente, quelli definibili come “virtuali”, sono perlopiù orientati su Fratelli d’Italia, guida del centro-destra e favorito, per la vittoria finale. Si vedrà se la realtà confermerà le previsioni. Del resto, sembra ormai dato per certo come nella mattinata del 26 settembre la Lega rischi di svegliarsi con un drastico calo di consensi, molti dei quali confluiti nella sede dell’alleato.
Fratelli d’Italia batte la Lega proprio sul terreno di casa del suo leader. Il partito della Meloni etichettato dalle parti di Salvini come realtà piuttosto meridionale, con i suoi vessilli elettorali in Lazio e in Sicilia, prende quota proprio al Nord. Una regione su tutte, il Veneto, roccaforte leghista da sempre.
Meloni sembrerebbe essere la portavoce non solamente di dipendenti pubblici e famiglie meno abbienti, ma anche delle partite IVA.
FdI andrà a prendere meno voti proprio nel Mezzogiorno, guadagnandoli invece tra i vecchi di Salvini e quindi a suo scapito. Un’autentica e dirompente mutazione genetica all’interno della stessa destra.
Deve sorprendere l’atteggiamento della Meloni? Cambiamento o convenienza di circostanza?
Meloni non ha palesato uno spirito antieuropeista, né un’avversità al mercato e alla borghesia italiana. Se da un lato si conferma “donna, madre e cristiana” e fedele al trittico Dio, Patria e Famiglia, dall’altro, si dichiara atlantista e non ostile all’Europa, rispettosa di un conservatorismo autorevole e responsabile, contro Putin e a fianco degli ucraini.
Non è finita, contraria all’ipotesi di altri debiti al fine di limitare il rincaro dei prezzi delle bollette. Completamente maldisposta nei confronti del reddito di cittadinanza, laddove sarebbe possibile virare le risorse sul lavoro. Favorevole alla riduzione delle tasse senza ledere i conti pubblici. Contraria alle ipotesi su di una potenziale disposizione per stabilire la quota delle pensioni minime a 1.000 euro da concedere ben prima dei 67 anni.
Insomma chi è davvero Giorgia Meloni? Da un lato, si potrebbe ipotizzare una vera e propria conversione ideologica, basti pensare che il partito da una base del 4% di voti è giunta incredibilmente al 25%, inglobando contesti sociali prima del tutto estranei. Dall’altro, si potrebbe dedurre che si tratti di un autentico tatticismo, una strategia di buon viso a cattivo gioco che potrebbe portare la leader di FdI a vestire i panni della prima donna premier del nostro Paese.
In sostanza, solo le elezioni potranno chiarire ogni dubbio, solo il risultato della tornata elettorale potrà dirci se tutti possiamo davvero cambiare o se si sia trattato solo di un bluff.
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