Non tutti i trader lo sanno ma sono solo due le strategie vincenti sul lungo termine. Ricerche e applicazioni pratiche a supporto.
In pochi trader forse sono a conoscenza del fatto che tra tutte le strategie di investimento solo due si sono rivelati vincenti in passato. Queste sono infatti certificate come efficaci sul lungo termine oltre a essere supportate sia da ricerche accademiche che da applicazioni pratiche. Avete mai sentito parlare, ad esempio, di trend following? Un’espressione che in italiano può essere tradotta come ‘inseguimento della tendenza’ e consiste esattamente in questo ovvero nel capitalizzare sui movimenti di mercato prolungati, acquistando in trend rialzisti e vendendo allo scoperto (o uscendo direttamente) in trend ribassisti tramite alcuni strumenti utili.

Il trader farà infatti affidamento su indicatori tecnici come medie mobili (vedi crossover 50/200 giorni), ADX (Average Directional Index) e canali di Donchian. È bene ricordare, in ogni caso, come le regole di ingresso e di uscita si basino su breakout ovvero sul superamento di massimi e di minimi storici. I vantaggi principali di una strategia del genere riguardano la buona tenuta in mercati con trend forti (azionari, materie prime) e la riduzione delle perdite in fasi laterali per mezzo di stop loss dinamici.
In passato, negli anni Ottanta, i Turtle Traders ottennero rendimenti annui del sessanta per cento seguendo regole meccaniche. E non solo perché fondi come MAN AHL e Winton Capital applicano regolarmente il trend following sistematico. Ma vediamo ora qual è un’altra strategia vincente da prendere in considerazione.
Non solo trend following, quale altra strategia è vincente per i trader sul lungo termine?
Nei paragrafi precedenti abbiamo visto come sia possibile trarre vantaggio da una strategia di trend following ma non è l’unica a risultare efficace sul lungo termine. Anche il value investing (investimento in valore) può essere considerato vincente. In parole povere si acquistano asset sottovalutati rispetto al loro valore intrinseco, in attesa di una correzione di mercato. Come indici di riferimento si andranno a guardare il rapporto P/E (Prezzo/Utili) il rapporto P/B (Prezzo/Patrimonio Netto) e il debito, che dovranno essere bassi, mentre il dividend yield dovrà risultare elevato (è, essenzialmente, il modello di Joel Greenblatt). Da calibrare al meglio l’approccio.

Ci si cimenta infatti con un’analisi di bilancio e una selezione delle aziende con margini di sicurezza (concetto di Benjamin Graham), puntando su holding a lungo termine (parliamo di anni), con ribilanciamenti periodici. Il principale vantaggio è quello di esporsi in maniera minore alle bolle speculative, senza dimenticare la storica sovraperformance rispetto al mercato (vedi Warren Buffett con il fondo Vanguard Value Index). Tra i rischi maggiori quello di incappare in un periodo di underperformance in fasi di dominanza dei growth stock (come avvenuto nel decennio 2010-2020).

Il trend following funziona a lungo termine perché sfrutta l’inerzia dei mercati, una strategia guidata da fenomeni comportamentali come l’herding e la lentezza nell’aggiustamento delle informazioni. Il value investing si basa sul principio dei mercati efficienti nel lungo periodo, così si premiano le aziende solide ma temporaneamente sottovalutate. Come implementarle nella pratica? La prima automatizzando le regole con algoritmi (crossover di medie mobili su timeframe settimanali/mensili), la seconda attraverso uno screening trimestrale di portafogli basati su parametri fondamentali (diversificazione settoriale compresa).