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La città del futuro in Cina è già realtà: Xiang’an

Oggi giorno più della metà della popolazione globale vive in zone urbane. Esse occupano appena il 3% della superficie del pianeta ma sono responsabili del 60% delle emissioni inquinanti. 

L’organizzazione e il funzionamento delle città del futuro dovranno essere ripensate in un’ottica di integrazione dei trasporti e delle infrastrutture, in relazione all’efficienza energetica con il contributo dell’intelligenza artificiale.

Un esempio è già realtà: Xiang’an. La prima città intelligente cinese, è sviluppata al fine di rappresentare un modello di ecosostenibilità e tecnologia, e nel 2030 ospiterà fino a due milioni e mezzo di abitanti. La metropoli, ispirata in parte ai modelli di convivenza delle città più moderne del Nord Europa, è nata anche sull’onda del rinnovamento che ha seguito l’uscita dalla pandemia nei paesi industrializzati. La città sarà improntata sull’evoluzione nell’uso dei trasporti, del lavoro e delle interazioni. Secondo il progetto, le imprese e le abitazioni si alimenteranno soltanto con energie rinnovabili.

Come saranno le infrastrutture nelle città del futuro?

Gli edifici saranno dotati di terrazze per fare atterrare i droni che si occuperanno di consegnare le merci, saranno alimentati dai pannelli solari di cui la Cina è attualmente il più grande produttore mondiale, con l’ultima fabbrica che si è aggiunta nel 2020, in grado di produrre pannelli fotovoltaici per una potenza complessiva di 60 GW all’anno. Per avere un termine di paragone, attualmente in Italia la produzione di energia proveniente dal fotovoltaico, nonostante il clima particolarmente favorevole, è pari a circa 22 GW all’anno.

All’insegna del futuro verranno aperte proprio a Xiong’an le sedi delle più grandi aziende tecnologiche cinesi, come Baidu, Alibaba e Tencent, in grado di attirare investimenti per 380 miliardi di dollari. Il successo dell’iniziativa sembra rievocare quello che accadde agli inizi del 1980, quando la rivoluzione economica di Deng Xiaoping diede vita a delle zone economiche speciali dove sperimentare un’economia di mercato. Nacque così in soli vent’anni Shenzhen, che conta oggi venti milioni di abitanti ed è uno dei centri economici finanziari più importanti del Paese.

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Il ruolo del trasporto ferroviario

La Cina continua così a investire e creare innovazione seguendo e trainando le tendenze delle grandi economie mondiali, compreso il trasporto ferroviario ad alta velocità che dovrebbe sostituire in parte i trasporti effettuati con mezzi privati. Lo stesso accade in Italia dove sono attivi i cantieri per completare le linee ferroviarie denominate Trans European Network Transport, che entro il 2030 dovrebbero collegare tra loro diversi paesi dell’Unione Europea.

Due esempi virtuosi in Europa sono quelli di Parigi e Milano, dove gli sforzi dell’amministrazione locale puntano a trasformare queste città in metropoli ecosostenibili, sia dal punto di vista dell’efficienza urbana che dal punto di vista dell’impatto ambientale, integrando gli aspetti dell’economia moderna con quelli degli obbiettivi ecologici. Qualcosa di simile è già avvenuto a Francoforte, che oltre a essere il centro finanziario della Germania e la quinta città più popolata del paese, è anche tra le dieci città più ecologiche al mondo e può vantare un “bosco cittadino” di cinquemila ettari.

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Next Generation EU acellererà il progresso tecnologico delle città europee

Come la Cina, anche l’Europa ha immaginato una rinascita delle nazioni proprio a partire dalla tutela ambientale e dal rinnovamento delle infrastrutture e dell’industria. Un chiaro esempio di questa volontà è il Next Generation EU, il piano di aiuti europeo destinato a rendere l’Unione Europea leader nell’economia circolare.

Oltre il 50% dell’importo, pari a 750 miliardi di euro, verrà utilizzato per sostenere la modernizzazione dei paesi membri. Il fulcro del progetto è quello di mettere a disposizione 672,5 miliardi di euro sotto forma di prestiti e sovvenzioni a sostegno delle riforme, diverse a seconda delle necessità di ogni paese e stabilite per l’Italia dal PNRR.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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