I sistemi di pagamento mostrano sempre più limiti, un’alternativa efficace è rappresentata dalle valute digitali e dalle stablecoin.
Dando un’occhiata ai dati forniti da Standard Chartered, le stablecoin processano 425 miliardi di dollari al mese, andando a colmare le inefficienze dei circuiti bancari, oltre che offrendo un’opzione più rapida e conveniente per le transazioni a livello globale. I limiti dei sistemi di pagamento tradizionali si evidenziano sempre di più mentre queste valute digitali emergono come alternativa convincente.

Dal 2015 in poi si sono registrati solo cali per le relazioni bancarie transfrontaliere, con i risultati che i pagamenti internazionali sono stati ostacolati da problemi di costi e lentezza. Tra l’altro durante il G20 era stato stabilito l’obiettivo di ridurre i costi di transazione sotto l’1 per cento ma, fino al 2024, nessun sistema è riuscito a raggiungere la soglia fissata.
Tra l’altro, secondo le stime della Banca Mondiale, quasi un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso ai servizi bancari, il che costringe a optare per soluzioni alternative. Servono sistemi di pagamento più efficaci, questo è poco ma sicuro; le rimesse globali hanno sfiorato gli 857 miliardi di dollari nel 2023.
Sistemi di pagamento in crisi e l’ascesa delle stablecoin: cosa sta succedendo
In questo contesto che abbiamo appena descritto, a beneficiarne sono state proprio le stablecoin, che hanno guadagnato terreno. Tether (USDT), sostenuta da riserve in dollari, detiene il 73 per cento del mercato e sta generando profitti miliardari grazie agli attuali tassi d’interesse. Per non parlare dell’USD Coin (USDC) di Circle. Con una quota del 21 per cento e operazioni spalmate su più blockchain. Non entusiasmanti le performance di Ethereum in questo senso – un tempo principale rete di scambio per le stable coin – che sta cedendo lo scettro a Tron (ospita il 50 per cento della circolazione di USDT).
A contribuire al quadro favorevole delle stablecoin anche i progressi normativi. Ad esempio durante il governo Biden sono stati proposti tre progetti di legge per regolamentarle e con la presidenza Trump si attendono nuovi e succosi sviluppi su questo fronte per il 2025. La regolamentazione potrebbe convincere gli investitori, attratti da una maggiore sicurezza, e non è da escludere un’adozione più ampia delle stablecoin nei pagamenti tradizionali.

Finora i vantaggi più sostanziali, con il passaggio alla regolamentazione T+1 per i titoli negli Stati Uniti e in Canada, sono stati registrati dagli investitori asiatici, con finestre di scambio ridotte. Zodia Markets e Cumberland hanno condotto test per analizzare la situazione, dimostrando come USDC e AUDD (la stablecoin legata al dollaro australiano) possano facilitare enormemente i pagamenti in valuta estera anche fuori dagli orari di mercato, andando a migliorare l’efficienza generale del sistema.
È bene ricordare che a differenza dei sistemi tradizionali, che si basano su database centralizzati, le blockchain consentono di prioritizzare le transizioni con gas fee variabili, una gestione tariffaria simile a quella del settore aereo. Un modello che sta prendendo sempre più piede pure in economie instabili, vedi la Turchia, dove la lira ha una volatilità del 22 per cento (è più stabile l’accesso ai mercati offshore).