Si può andare in pensione anche coi contributi non versati ma occhio alla prescrizione

Andare in pensione è possibile anche con contributi non versati, ma la prescrizione gioca un ruolo importante. 

La pensione è un trattamento economico a cui si ha diritto dopo aver versato contributi per un tot di anni. Da lavoratori dipendenti, a versarli sono i datori di lavoro.

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Si può andare in pensione anche coi contributi non versati ma occhio alla prescrizione-trading.it

Dopo aver fatto il calcolo di quanto gli spetta, il lavoratore può iniziare a percepire il trattamento pensionistico e a vivere quel momento tanto agognato di meritato riposo. Quello che però può succedere, è che il datore di lavoro, a un certo punto, ometta di versare i contributi al dipendente.

In questo caso, chiaramente, è lecito domandarsi se il lavoratore possa avere diritto o meno alla pensione, nonostante il titolare non abbia versato il dovuto. Che cosa succede in questi contesti e come dovrebbe muoversi il lavoratore?

Pensioni, cosa accade se il datore di lavoro non versa i contributi al dipendente

Poniamo, dunque, il caso, in cui un lavoratore dipendente si renda conto che il datore di lavoro non abbia versato i suoi contributi.

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Pensioni, cosa accade se il datore di lavoro non versa i contributi al dipendente-trading.it

Il lavoratore può ottenere comunque la pensione? Ebbene, sì, il diritto alla pensione resta anche se il titolare non versi il dovuto. Tuttavia, questo diritto rimane solo finché i suddetti versamenti non finiscono in prescrizione.

La Cassazione, con sentenza n.2164/2021, ha spiegato che: «le prestazioni indicate nell’art. 2114 sono dovute al prestatore di lavoro, anche quando l’imprenditore non ha versato regolarmente i contributi dovuti alle istituzioni di previdenza e di assistenza, salvo diverse disposizioni delle leggi speciali o delle norme corporative». 

Ergo, si tratta di un principio che ha valore se i contributi non sono prescritti, dopo 5 anni. Se vanno in prescrizione, essi non possono più essere ricevuti, neanche volendoli versare volontariamente.

Tuttavia, l’ordinamento tutela il lavoratore tramite rendita vitalizia. Il lavoratore può fare causa al datore di lavoro «poiché tale situazione determina l’attualizzarsi per il lavoratore del danno patrimoniale risarcibile, consistente nella perdita totale del trattamento pensionistico ovvero nella percezione di un trattamento inferiore a quello altrimenti spettante», prosegue la Corte Suprema.

Il datore di lavoro, da parte sua, che non abbia versato i contributi al dipendente, può sempre richiedere all’INPS di formare una rendita vitalizia reversibile, una sorta di pensione, che può essere girata al lavoratore per ripagarlo dei contributi non pagati.

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