Catene di approvvigionamento, aumento dei costi dell’energia, delle materie prime e dell’inflazione. Ecco sei titoli su cui puntare.
I problemi nelle catene di approvvigionamento globali dureranno più a lungo del previsto. L’aumento dei costi dell’energia, delle materie prime e l’inflazione si scontano già sull’economia reale. Ecco i titoli su cui puntare.
Il ciclo economico piuttosto complicato dalle recenti vicende internazionali può limitare la crescita delle società quotate e spingerne altre all’incremento degli utili.Le opportunità di marzo 2022 non sono tantissime e si adattano al profilo reddituale e la propensione al rischio di un giovane che ha meno di 30 anni.
Questo significa che la volatilità attuale e i prezzi particolarmente scontati possono essere sfruttati a proprio vantaggio per chi può investire sul lungo termine e ha una buona propensione al rischio. I ritmi di stabilizzazione e recupero dell’economia consente a chi vuole mantenere a lungo termine i titoli in portafoglio di sfruttare la crescita e attendere l’evoluzione del mercato nei prossimi mesi.
Nell’attuale contesto operativo il mercato azionario sconta rapidamente le aspettative, l’entusiasmo e le delusioni dell’alternarsi della politica monetaria e del conflitto in Ucraina. Se hai tra i 18 e 29 anni e sei riuscito ad accumulare piccole somme che desideri investire hai sicuramente un ampio scenario soprattutto in termini temporali. Bassa crescita e inflazione alta possono caratterizzare una parte di quest’anno. Non resta che osservare l’evoluzione della situazione nelle prossime settimane.
Tra le società più attente alla situazione economica, in grado di stimare effetti e prevedere soluzioni c’è JPMorgan Chase. La multinazionale Usa è una holding di servizi finanziari con sede a New York City. Al settembre 2021, JPMorgan Chase è la più grande banca al mondo per capitalizzazione di mercato nonché la quinta banca più grande in termini di attività totali.
JPMorgan e ha subito forti perdite nelle ultime settimane, poiché la recente volatilità del comparto finanziario e bancario ha messo in luce l’avversione al rischio di chi temeva che le sanzioni internazionali alla Russia mettessero in crisi il mercato.
In generale, i numeri di Morgan Stanley al 2021 mostrano un giro d’affari non inferiore ai 40 miliardi annuali, con 60 mila dipendenti e 1.200 uffici dislocati in 42 paesi in tutto il mondo. JPMorgan è una delle banche che ha meglio diversificato i suoi investimenti. Negli ultimi anni la banca ha investito nell’innovazione di sé stessa e su quella di altre aziende quotate. JPMorgan il cui titolo ha perso nell’ultimo anno circa il 7% del suo valore, ha un rendimento da dividendi del 2,8%.
Un altro titolo interessante per investire sul lungo termine e cercare di sfruttare la ripresa è Morgan Stanley. La multinazionale è una banca d’investimento Usa che offre servizi finanziari in più di 42 paesi nel mondo. I clienti dell’azienda includono società, governi e istituzioni facendo della banca uno degli attori più preparati a prevenire e superare il rischio finanziario. Anche Morgan Stanley nell’ultimo mese ha subito un forte trend ribassista, tuttavia il suo titolo rimane in crescita del 16,6% rispetto alla variazione dell’ultimo anno e il suo dividendo è del 3,03%.
Il risultato del trading anche quando profittevole è fatta di una certa alternanza di operazioni positive e negative. Ognuna di queste ha un impatto psicologico che incide sulle capacità di generare profitti futuri. Le decisioni sbagliate innescano sentimenti che poco compatibili con un trading profittevole. Per questo motivo non esistono investimenti veramente sicuri, anche quando esso è una scommessa su una società internazionale che fa di questa attività una professione.
Le opportunità di marzo 2022 sono caratterizzate da titoli con un valore fondamentale importante che operano nei beni reali. Tra questi c’è ad esempio Home Depot.
L’azienda fornisce prodotti da costruzione per interni ed esterni, nonché prodotti decorativi e servizi. Fondata nel 1978 Home Depot è oggi una realtà presente in tutti e 50 gli Stati del Nord America e anche in Messico. La società ha una rete distributiva che conta quasi tremila negozi e mezzo milione di impiegati.
Il rivenditore di articoli per la casa Home Depot è stato uno dei protagonisti del settore della vendita al dettaglio durante la pandemia. Bassi tassi di interesse abbinati ai risparmi dovute alle misure restrittive, sono state una combinazione vincente. Insieme alla rivalutazione delle case come luoghi sicuri, questi tre fattori hanno incrementato notevolmente le vendite in prodotti per il bricolage. Home Depot ha avuto un rendimento nell’ultimo anno del 8,5% con reddito da dividendo del 2,4%
Texas Instruments è uno dei maggiori produttori di semiconduttori al mondo. La società tecnologica con sede in Texas progetta e costruisce i circuiti integrati indispensabili oggi per il funzionamento di una parte importante dell’economia. Dall’elettronica di consumo alla componentistica delle auto elettriche, l’azienda sta riuscendo a cavalcare il trend dell’innovazione con un rendimento che nell’ultimo anno è stato 1,54% nonostante il crollo del settore, con un dividendo del 2,54%.
ON Semiconductor è un’altra società impegnata in questo settore in grado di trarre beneficio in modo trasversale dalla crescita dell’uso dei semiconduttori. Quelli prodotti da questa azienda con sede negli Stati Uniti sono impiegati nelle infrastrutture delle energie rinnovabili e nel loro stoccaggio. L’obbiettivo di ON Semiconductor è quello di riuscire a sfruttare la convergenza del settore tecnologico e delle rinnovabili, comprendendo con esse anche i veicoli elettrici. La società che ha un terzo della sua esposizione in questo settore è cresciuta nell’ultimo anno del 60,7% ma a differenza delle altre non rilascia alcun dividendo.
Il clima di tensioni geopolitiche e finanziarie che ha caratterizzato le ultime due settimane ha visto come protagonisti i tentativi delle grandi nazioni di riconsiderare la propria attività commerciale. Il fallimento degli innumerevoli sforzi diplomatici e la riduzione degli acquisti di asset da parte della Bce per contrastare l’inflazione, hanno visto l’oro ancora protagonista come bene rifugio per eccellenza.
L’oro è stato sempre in primo piano nei contesti di crisi accentuate in questi mesi dal conflitto militare. L’oro è arrivato a un record di prezzo superando i 2000 dollari all’oncia per poi tornare intorno ai 1900 dollari.
L’oro è un metallo dai limitati utilizzi industriali e per questo il suo prezzo attuale non è giustificato dal generale incremento del costo delle materie prime. La sua domanda massiccia è dovuta quindi all’acquisto di future come beni rifugio a protezione della svalutazione delle principali valute nazionali. Non sappiamo ancora come se questo momento storico definirà un rallentamento e una nuova recessione delle maggiori economie. Nonostante questo il metallo prezioso è tanto attraente quanto pericoloso in termini di investimenti dato un prezzo particolarmente alto. Se è probabile che le 370 tonnellate d’oro prodotte da Mosca quest’anno non usciranno dal Paese investire oggi a lungo termine su questo asset può comportare paradossalmente un rischio elevato.
Il Ftse Mib ha chiuso l’ultimo mese con una perdita del 5,3%. Tra i pochi titoli che hanno avuto rendimenti positivi fa eccezione Leonardo. In vista di un incremento delle spese militari di molti Paesi Ue Leonardo rappresenta un titolo strategico da mantenere nel portafoglio. La società è coinvolta in Europa e in Italia nella difesa e nel settore tecnologico. Con più di 49.000 lavoratori, l’azienda è strutturata in cinque divisioni operative: velivoli, aerostrutture, elicotteri, cyber security, elettronica. Leonardo si occupa in particolare della digitalizzazione del moderno campo di battaglia, inteso in tutte le possibili declinazioni. Le azioni Leonardo sono in rialzo del 35,6% rispetto all’inizio dell’anno. L’azienda ha mostrato a marzo ottimi risultati patrimoniali con un fatturato di 3,44 miliardi di euro e ricavi di 3,06 miliardi. Dal 24 febbraio allo scoppio del conflitto in Ucraina le quotazioni hanno avuto un incremento del 39%.
Le informazioni presenti in questo articolo non sono da intendersi come un invito all’investimento né alla speculazione.
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