Il panorama automobilistico è rapidamente mutato negli ultimi tre anni. Fusioni, incorporazioni o salvataggi hanno rappresentato le uniche soluzioni per aziende prossime al default. Quali vantaggi ha oggi Ferrari?
Le necessità economiche sono in parte diventate virtù con una maggiore cooperazione. Per questo sono nate nuove tendenze grazie allo scambio di know-how, design e tecnologia che non hanno tuttavia ottimizzato i costi.
Il panorama che abbiamo davanti è oggi costituito da una miriade di brand che lottano per produrre auto ibride o elettriche con prestazioni e costi competitivi. Nonostante la forte spinta verso l’elettrico e l’innovazione dei motori Ferrari continua a riscuotere successo. In generale il settore automobilistico è un’industria ad alto costo e a basso margine di profitto. Il prezzo delle azioni di Ford, ad esempio, è sceso dal 2015 del 22%.
Il calo delle vendite è fenomeno che è progressivamente emerso durante la crisi pandemica che ha brutalmente accelerato il processo di cambiamento nel giro d’affari e nei modelli proposti. Ciò è stato favorito anche dalla transazione ecologica pubblicizzata e messa in risalto dalle politiche delle grandi economie decollata proprio nello stesso periodo.
Ferrari più vicina alle caratteristiche di un marchio di lusso
L’errore di valutazione di alcuni investitori è tuttavia quello di non riconoscere che la Ferrari non è affatto una casa automobilistica nel senso tradizionale. Esso è in realtà più vicino alle caratteristiche di un marchio di lusso. Mentre le altre case automobilistiche cercano di mantenere le prestazioni dei propri modelli eliminando i motori a benzina Ferrari non ha ancora iniziato a sostenere nessuno di questi costi.
Anche per questo il margine operativo della Ferrari è passato dal 21,4% nel 2020 al 25,5% dello scorso anno. Ciò significa che la società ha guadagnato in termini assoluti una media di 106.000 dollari per unità venduta nel 2021. Per avere un termine di paragone ogni auto tesla in media genera un profitto di circa 7 mila dollari. Per eguagliare lo stesso profitto di Ferrari, Ford deve vendere circa 1.000 auto.
Mentre sul mercato italiano, le famiglie hanno sempre meno disponibilità economiche; tra rate, mutui, prestiti personali, affitti e abbonamenti, la transizione verso l’elettrico diventa una questione secondaria. Conseguenza naturale di ciò è che chi decide di acquistare un’auto tradizionale innanzitutto non la paga mai al momento dell’acquisto, come potrebbe fare chi ha invece una grande disponibilità economica. La transizione verso l’elettrico in queste condizioni è pressoché impossibile se si considerano anche le poco diffuse colonnine di ricarica e i tempi necessari ancora troppo lunghi.
Diverso è quindi il caso dei modelli di lusso la cui nicchia di mercato è rivolta a chi deve sostenere ancora il peso dei rallentamenti economici. A questo proposito l’ingresso della Ferrari nel mercato dei SUV potrebbe attirare un cliente completamente nuovo, che può vedere nel suv Ferrari un’auto di lusso a destinazione famigliare.