La settimana che sta per iniziare ci condurrà alle festività natalizie. I dati e gli eventi macroeconomici in programma non sono molti, ma ciò non significa che i mercati azionari saranno caratterizzati da bassa volatilità: vediamo perché. Una sintesi di quanto emerso dalle riunioni delle banche centrali dei giorni scorsi.
Dopo alcune sedute ricche di dati ed eventi molto attesi, su tutti gli ultimi meeting del 2021 delle principali banche centrali, che hanno catalizzato l’attenzione del mondo finanziario, nelle giornate immediatamente precedenti le festività natalizie saranno rilasciati pochi dati macroeconomici di rilievo.
Le autorità di regolamentazione bancaria, nei meeting della scorsa settimana, hanno palesato la propria intenzione di rimuovere gli stimoli monetari e restringere la politica monetaria, dopo almeno un decennio di politica accomodante e costante sostegno all’economia, a causa dell‘inversione di tendenza dell’inflazione. L’incremento del livello generale dei prezzi, dopo essersi mantenuto molto basso per diversi anni, è salito molto nel corso del 2021, a causa, principalmente, della carenza di materie prime causata dall’improvvisa impennata della domanda, innescata dalle riaperture della scorsa primavera.
Le banche centrali più aggressive nel “dichiarare guerra” all’inflazione sono state la Federal Reserve (Stati Uniti) e la BoE (Regno Unito). La Fed, infatti, ha raddoppiato il ritmo del tapering: la riduzione degli acquisti di bond, dai primi di gennaio, sarà di 30 miliardi di dollari, rispetto al livello iniziale di 120 miliardi mensili. A novembre, era stato annunciato, invece, un taglio di 15 miliardi. L’azzeramento degli acquisti netti è stato anticipato a marzo 2022, mentre in precedenza era previsto per giugno. Inoltre, per il 2022, sono previsti adesso ben 3 rialzi dei tassi interesse: nel meeting di novembre, invece, la Fed era orientata verso due rialzi nel prossimo anno e nei mesi precedenti addirittura si prevedeva di alzare i tassi soltanto una volta
La Bank of England ha deciso di combattere l’inflazione alzando, per la prima volta da agosto 2018, i tassi di interesse di riferimento, pari adesso a 0,25%, rispetto al precedente 0,10% (0,15 punti base di incremento).
Atteggiamento più soft invece della Banca Centrale Europea, essendo l’inflazione dell’Eurozona su livelli meno preoccupanti rispetto a Stati Uniti e Regno Unito: il tasso di inflazione core, secondo l’ultima lettura, è pari al 2,6% nell’area euro, mentre negli Usa è del 4,9% e nel Regno Unito si attesta al 4%. Perciò, la BCE ha deciso, per il momento, di concludere gli acquisti previsti dal programma PEPP a marzo 2022, continuando a portare avanti soltanto l’APP, un piano di acquisti che prevede un ammontare complessivo di acquisti obbligazionari nettamente inferiore rispetto al programma di emergenza pandemica.
Lo scarso numero di dati macro potenzialmente impattanti sui mercati, previsti dal calendario economico della prossima settimana, non implica che ci sarà bassa volatilità nei mercati azionari. Anzi, molto spesso accade il contrario, in quanto nelle ultime due settimane dell’anno la liquidità tende a calare drasticamente, perché molti traders interrompono l’operatività.
Ciò determina frequentemente dei movimenti di prezzo impulsivi e difficilmente prevedibili, dato che la scarsa liquidità può determinare dei “vuoti di volume” in corrispondenza di alcuni livelli di prezzo, che vengono così superati rapidamente dal mercato.
Di conseguenza, se si intende fare trading in periodi dell’anno nei quali possono verificarsi queste dinamiche (tipicamente le ultime due settimane dell’anno e il mese di agosto), è necessario operare con grande prudenza, limitando le size di ingresso.
Per ciascun dato riportato nel calendario, viene indicata la previsione degli analisti, a condizione che questa sia già disponibile prima dell’inizio della settimana. Inoltre, viene indicato anche il valore già pubblicato con riferimento al periodo precedente.
Vediamo quali saranno gli eventi più attesi della prossima settimana lavorativa, che si conclude in anticipo rispetto al solito, considerando che venerdì 24 è una giornata festiva per i mercati finanziari.
Lunedì 20 dicembre
Martedì 21 dicembre
Mercoledì 22 dicembre
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Giovedì 23 dicembre
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