Vediamo quali saranno gli eventi e i dati macroeconomici più attesi della prossima settimana, focalizzando l’analisi sui meeting di Federal Reserve e Banca Centrale Europea, che dovrebbero fornire maggiori dettagli sulla politica delle due banche centrali nel corso del prossimo anno. In programma anche la riunione della banca centrale inglese (BoE) e di quella giapponese (BoJ).
Gli ultimi meeting del 2021 di Federal Reserve e Banca Centrale Europea, in calendario nella settimana che inizia lunedì 13, verranno monitorati con grande attenzione da analisti ed investitori per cogliere ulteriori dettagli al riguardo degli orientamenti di politica monetaria che le due banche centrali intendono seguire nel prossimo anno. In un contesto macroeconomico particolare, caratterizzato dalla convivenza tra un’inflazione in costante rialzo e la nuova impennata dei contagi da Covid-19, che continua a rappresentare una seria minaccia per l’economia, le banche centrali si ritrovano davanti ad un trade-off non facile da gestire: tenere sotto controllo l’aumento dei prezzi, da un lato, e continuare a sostenere l’economia, dall’altro, qualora le restrizioni imposte dai governi per frenare la pandemia dovessero penalizzare l’attività economica.
Tenere sotto controllo l’inflazione rende necessaria, infatti, la riduzione o rimozione degli stimoli monetari (tapering) implementati dalle banche centrali durante i primi periodi di lockdown e consistenti nell’acquisto di titoli obbligazionari (quantitative easing) iscritti nell’attivo degli istituti bancari, in modo da aumentare le disponibilità liquide in loro possesso ed incentivare la concessione di prestiti a famiglie e imprese. L‘incognita rappresentata dal Covid-19, però, potrebbe rendere opportuno un ulteriore supporto all’economia, per evitare un indesiderato rallentamento della crescita. E’ questa, dunque, la sfida che le banche centrali dovranno affrontare nel 2022, soprattutto nella prima parte dell’anno, quando le ultime proiezioni prevedono un’inflazione ancora in crescita e, contestualmente, il Covid-19 ancora presente nello scenario socio-economico globale.
La Federal Reserve, nella riunione in programma mercoledì prossimo, dovrebbe annunciare il taglio dell’ammontare dei bond acquistati di 30 miliardi di dollari, rispetto ai 15 miliardi previsti a novembre, riducendo ulteriormente gli acquisti mensili ad un controvalore di 90 miliardi, in considerazione dei livelli raggiunti dall’inflazione. A novembre, l’indice generale dei prezzi al consumo è salito, su base annua, del 6,8%, mentre la componente “core” ha raggiunto il 4,9%: si tratta di livelli che non si vedevano dal giugno del 1982. Sarà interessante, inoltre, vedere se la posizione dei membri del FOMC (braccio operativo della Fed) al riguardo del rialzo dei tassi nel 2022 è rimasta invariata rispetto al mese precedente. Nel meeting di novembre, è emerso che gran parte dei membri ritiene che si debba effettuare un primo rialzo verso metà anno ed un altro nella seconda parte.
Situazione meno scomoda, invece, per la Banca Centrale Europea, il cui è meeting è previsto nella giornata di giovedì. L’inflazione dell’Eurozona, pur essendo sui massimi dell’ultimo decennio, è decisamente più sotto controllo di quella statunitense. Il dato generale dell’IPC, nel rilascio preliminare relativo al mese di novembre (che dovrebbe essere confermato dalla lettura definitiva), ha evidenziato, infatti, un aumento del 4,9%, mentre l’IPC core è salito del 2,6%. La Bce, infatti, non ha ancora un annunciato un piano per avviare il tapering e, stando alle dichiarazioni della governatrice, Christine Lagarde, un rialzo dei tassi nel 2022 è altamente improbabile. Nelle prossima riunione, si saprà se la posizione della banca centrale è mutata o se, invece, è rimasta invariata: scenario, quest’ultimo, più probabile dato che la quarta ondata della pandemia ha reso necessaria l’adozione di misure restrittive in diversi Paesi dell’area euro, compresa la Germania.
Questa divergenza nell’orientamento della policy, tra le due banche centrali, sta determinando già da qualche mese un intenso ribasso del cambio valutario Euro/Dollaro Usa, con l’Euro che quota in area 1,13 Dollari (minimi da luglio 2020), rispetto al valore di 1,22 su cui il cambio oscillava nello scorso mese di maggio, prima che cominciasse la discesa.
Nella prossima settimana, inoltre, è in programma anche il rilascio degli indici PMI che, in Europa, sono previsti in leggero calo rispetto al mese precedente, ma comunque ben al di sopra della soglia critica di 50. In leggero rialzo, invece, le stime di tali indici per quanto riguarda gli Stati Uniti.
Per ciascun dato riportato nel calendario, viene indicata la previsione degli analisti, a condizione che questa sia già disponibile prima dell’inizio della settimana. Inoltre, viene indicato anche il valore già pubblicato con riferimento al periodo precedente.
Si precisa inoltre, che, per quanto riguarda gli indici dei responsabili degli acquisti (o PMI, Purchasing Manager Indexes), elaborati sulla base di indagini e sondaggi condotti presso i responsabili degli acquisti:
Vediamo quali saranno gli eventi più attesi della prossima settimana lavorativa, che inizia lunedì 13 e termina venerdì 17 dicembre (con riferimento all’orario italiano).
Lunedì 13 dicembre
Martedì 14 dicembre
Mercoledì 15 dicembre
Giovedì 16 dicembre
Venerdì 17 dicembre
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