C’è la possibilità di andare in pensione da sessantenni e con “solo” vent’anni di contributi. Ti spieghiamo come sfruttare lo scivolo Inps
Quello della pensione è un tema particolarmente sentito nel nostro Paese. L’Italia è infatti la nazione con l’età media tra le più alte al mondo e, dunque, conta su lavoratori che si avvicinano sempre più velocemente al momento in cui potranno chiedere al pensione.
Per via delle attuali riforme pensionistiche, in Italia è possibile ottenere la pensione di vecchiaia dopo aver compiuto 67 anni di età. Tuttavia, esistono degli strumenti che permettono di anticipare i tempi. In Italia, infatti, molti sessantenni possono andare in pensione con vent’anni di contributi sfruttando lo scivolo messo a disposizione dall’Inps. Vediamo di che cosa si tratta.
Non tutti i lavoratori italiani si trovano nella stessa situazione contributiva e lavorativa. Ci sono infatti alcune persone che hanno avuto la possibilità di andare in pensione già a 64 anni di età grazie alla pensione anticipata contributiva che, però, era valida fino al 31 dicembre del 2023. Per ottenerla era necessario avere, appunto 64 anni di età, almeno 20 anni di contributi versati, una pensione alla data di liquidazione non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale e un primo contributo versato a qualsiasi titolo non antecedente al 1° gennaio del 1996.
Nel 2024 sono state inasprite le regole, rendendo più complessi i requisiti per poter ottenere questa misura. In particolare, l’importo minimo della prestazione è passato da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale, aumentando le difficoltà per molti lavoratori. Inoltre, è da notare che a causa della perequazione annuale l’assegno sociale ha subito un aumento rispetto all’anno precedente, passando da 503,27 euro al mese a 534,41 euro al mese. Fortunatamente sono state introdotte alcune agevolazioni rivolte alle lavoratrici, in particolare per le donne con almeno 2 figli. Nel 2024 è possibile andare in pensione a 64 anni grazie alla pensione anticipata contributiva con un assegno non inferiore a 1.603,23 euro al mese, per gli uomini, mentre per le donne è sufficiente un assegno non inferiore a 1.496,35 euro al mese.
Inoltre, le lavoratrici donne possono contare su un migliore coefficiente di trasformazione del montante contributivo. Per calcolare l’assegno pensionistico con il sistema contributivo è necessario utilizzare i coefficienti di trasformazione. Questi sono maggiormente favorevoli quando l’età di uscita dal lavoro è maggiore. Ma non solo, perché le donne che hanno dei figli e rientrano nel sistema contributivo possono chiedere all’Inps un calcolo migliore.
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