Nonostante il clima di incertezza sia diventato quasi fisiologico nello scenario storico attuale, in Italia prevalgono gli effetti della congiuntura favorevole. La crescita industriale ha registrato incrementi notevoli trainati dalla crescita di Lombardia, Friuli ed Emilia Romagna.
I dati dell’ultimo trimestre mostrano una lenta risalita del Pil, cresciuto del 2,7% grazie alla ripresa della manifattura e delle esportazioni verso Germania e Francia. La produzione industriale è cresciuta nel secondo trimestre del 3,7% rispetto all’ultimo rilevamento e del 32,5% rispetto allo stesso periodo del 2020. Tra i comparti determinanti per l’economia italiana c’è la siderurgia, cresciuta quasi di un terzo a cui seguono chimica e alimentari, cresciuti rispettivamente del 19,5 e 11,3%.
La modernizzazione, frutto degli incentivi e degli investimenti che sono arrivati e che saranno devoluti in questi anni al settore produttivo italiano, stanno mostrando i primi risultati, con un effetto sinergico tra le imprese che ammodernano una parte dei propri sistemi produttivi e organizzativi, tramite le tecnologie digitali, la meccanica e la rete di distribuzione, che diventa più efficiente ed ecologica.
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Per quanto riguarda il mercato del lavoro, a giugno c’è stato un incremento dell’occupazione dello 0,7% con i disoccupati e gli inattivi che diminuiscono rispettivamente del 5 e dello 0,3%. Chiari segnali di una ridefinizione della tendenza negativa, che tuttavia sembra ancora dover maturare pienamente gli effetti delle politiche espansive e delle prospettive di crescita del Pil, stimate da Unione Europea e ISTAT al 4,7%. Il tasso di disoccupazione in Italia è ad oggi al 9,7% con una particolare esposizione delle persone comprese tra i 35 e 49 anni, che scontano più degli altri la rigidità del mercato del lavoro italiano.
Il PNRR potrà sopperire con investimenti nel settore dell’edilizia e dei trasporti all’occupazione giovanile, che potrà salire soprattutto nel sud Italia dove avverranno gli interventi più incisivi, con un crescita del 4,9% superiore rispetto alla media nazionale che sarà pari al 3,3%. Attualmente nel nostro paese si avverte una carenza sistematica di alcune figure professionali, come ingegneri informatici e saldatori, geometri, tornitori. Molti dei lavoratori qualificati e con contratti stabili sono tornati operativi, non a caso tra gli over 50 in un mese gli occupati sono aumentati di 85mila unità. Bene anche gli under 35, in parte per via della maggiore flessibilità nell’accettazione del contratto, in parte in quanto avvantaggiati nell’assunzione da sgravi fiscali e incentivi per i datori di lavoro, nonché dalla possibilità in questo periodo di accettare lavori stagionali. Questa fascia di lavoratori è aumentata di 75mila unita con incremento percentuale pari al 7,7%, contro lo 0,8% di coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 49 anni.
Naturalmente in questo scenario aumentano più di tutti i contratti a tempo determinato, più di 177mila contro i seimila appena del mese di maggio. Rispetto al 2019 si contano 127mila occupati a tempo indeterminato in meno, con un aumento dei contratti a tempo determinato rispetto allo stesso periodo pari a 55mila unità e una riduzione di 378 mila liberi professionisti. Gli autonomi che sono diminuiti in maggioranza, tornano a salire nell’ultimo trimestre di 39mila unità, spinti probabilmente da una rinnovata fiducia nella tenuta del sistema economico italiano.
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