Se usi il POS possono arrivare lettere di compliance da parte del Fisco: cosa sta succedendo di preciso.
Come ben sappiamo, l’Agenzia delle Entrate, ogni tot di tempo, esegue dei controlli sui contribuenti, per verificare che quanto hanno dichiarato nella dichiarazione dei redditi, corrisponda al vero.
Oggigiorno, i vari pagamenti si effettuano soprattutto in due modalità: contanti oppure con il POS. Quest’ultimo sta diventando sempre più frequente, sia per una questione di rapidità e comodità, ma anche perché ci sono diverse spese che richiedono l’uso di versamenti tracciabili. Ad esempio, i pagamenti per un determinato lavoro eseguito.
Il Fisco traccia tutti i pagamenti che i contribuenti hanno ricevuto, durante gli accertamenti, per farsi un’idea di eventuali disuguaglianze che potrebbero emergere. Ma scopriamo meglio cosa sta accadendo e come si sta muovendo l’Agenzia delle Entrate, per eseguire i suddetti controlli.
Da quanto si apprende, il Fisco starebbe mandando lettere di compliance, indirizzate ai contribuenti, per scovare eventuali omissioni nelle dichiarazioni dei redditi.
Nel dettaglio, il Fisco intende scoprire incongruenze tra dichiarazione dei redditi e pagamenti POS percepiti. Si tratta di lettere che hanno a che fare con l’anno di imposta 2022 e che potrebbero mettere in risalto eventuale redditi POS che il contribuente non ha dichiarato.
I controlli del Fisco sono eseguiti tramite incrocio dei dati cui l’Agenzia attinge tramite fatture elettroniche e registratori di cassa telematici. Gli operatori devono comunicare dettagli dei POS e il totale delle transazioni quotidiane eseguite con questi mezzi.
Nelle lettere è riportato il numero di mesi in cui il Fisco ha individuato delle disuguaglianze tra pagamenti ricevuti e reddito dichiarato, con l’importo complessivo, che presumibilmente non sarebbe stato dichiarato. I contribuenti possono verificare queste incongruenze, eventuali, accedendo con SPID sul cassetto fiscale online.
Nel caso in cui il Fisco dovesse inviare una lettera di compliance, i destinatari possono chiedere spiegazioni. Se però i dati dovessero risultare corretti, a quel punto il contribuente dovrebbe pagare le sanzioni relative ai redditi omessi.
L’Agenzia delle Entrate, in precedenza, aveva inviato lettere di compliance che però contenevano una serie di errori nei calcoli, per cui attualmente è al lavoro per individuare gli errori e i contribuenti che hanno ricevuto avvisi con errori di calcolo si vedranno annullare la notifica.
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