Una pronuncia storica, la Corte di Cassazione dà ragione ai dipendenti. L’esonero dal lavoro è possibile se si assiste un familiare malato.
Il tema della tutela giuridica del caregiver familiare continua a tenere banco, soprattutto dopo il richiamo che l’Italia ha ricevuto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Fortunatamente il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, è già al lavoro, la questione finisce tra le priorità più urgenti.
“La pronuncia del Comitato ONU conferma l’urgenza, che condivido, di provvedere al riconoscimento della figura del caregiver familiare, valorizzando, al contempo, l’attività di assistenza e di cura da questo prestata”, ha dichiarato nel corso della seduta camerale del 19 novembre scorso.
Al momento a fornire fonti normative sono i Contratti Collettivi Nazionali e la Legge 104/92 oltre alla recente ordinanza della Corte di cassazione, la numero 12649 del 2023. I giudici di Roma si sono occupati infatti delle prestazioni di lavoro in orario notturno da parte di dipendenti che abbiano in cura un familiare con disabilità.
Diritto all’esonero se si assiste un familiare malato in orari scomodi, la Cassazione emana l’ordinanza
Nonostante la pronuncia della Corte di Cassazione sulla questione delle richieste di esonero dal lavoro da parte dei dipendenti che assistano un familiare malato in orari scomodi (come ad esempio quello notturno) non possa essere assunta come fonte normativa, rimane comunque una linea guida cruciale da seguire in futuro. Secondo quanto si evince dall’ordinanza numero 12649 del 2023, infatti, questi non sono obbligati a svolgere attività alcuna durante l’orario notturno.
E non solo perché tra gli ‘esonerati’ rientrano anche quelli che si prendano cura di un familiare che abbia un handicap riconosciuto senza connotazione di gravità. Stesso discorso per quanto riguarda il trasferimento del lavoratore in assenza del consenso. Perché è di fondamentale importanza questo passaggio? Perché la condizione di gravità è prevista esplicitamente all’interno della normativa di riferimento e quindi nella Legge 104/92 e nei Contratti Collettivi Nazionali.
I giudici di Piazza Cavour hanno dato ragione al lavoratore che ha chiesto al proprio datore – che aveva negato l’esenzione – di non prestare lavoro notturno fino a che avrà a carico la madre disabile. Infine, si sono pronunciati pure sull’obbligatorietà o meno del requisito ‘a carico’, sottolineando come non influisca sulle condizioni di gravità della disabilità.