Se non comunichi entro gennaio i tuoi redditi all’INPS rischi grosso: sospensione e rimborsi in agguato

Sai che alcune prestazioni pensionistiche potrebbero dipendere dai tuoi redditi e da una semplice comunicazione all’INPS? Ecco chi deve farlo, come e cosa accade in caso di omissione è fondamentale per evitare spiacevoli sorprese.

Tra modelli, scadenze e requisiti, ecco tutto quello che c’è da sapere per gestire serenamente questa obbligazione annuale.

La sede Inps in piazza della Vitoria, Genova 01 marzo 2023. ANSA/LUCA ZENNARO
Se non comunichi entro gennaio i tuoi redditi all’INPS rischi grosso-Ansa-trading.it

Quando si parla di pensioni legate al reddito , molti pensionati non si rendono conto che comunicare i propri guadagni all’INPS è più di una formalità: è una verifica indispensabile per garantire la continuità di alcune prestazioni economiche. A gennaio, ogni anno, chi riceve determinate integrazioni o assegni deve fare i conti con questa scadenza, ma non tutti sanno come muoversi. E se non si rispettano le regole? Si la sospensione delle somme percepite e addirittura si rischia il recupero delle importazioni già erogate.

L’argomento può sembrare tecnico, ma non lo è: basta capire di cosa si tratta e come procedere per essere in regola. Se hai dubbi su cosa fare, continua a leggere. potresti scoprire che comunicare all’INPS non è così complicato come sembra, soprattutto se sai a chi rivolgerti.

Quali pensionati devono comunicare i redditi?

Non tutti i pensionati hanno l’obbligo di dichiarare i propri redditi all’INPS. Questa procedura riguarda principalmente chi percepisce prestazioni economiche legate al reddito, come le pensioni integrate al minimo, gli assegni familiari e le maggiorazioni sociali. Perché questa verifica è così importante? Per garantire che chi riceve tali aiuti economici abbia effettivamente diritto a farlo, mantenendo un equilibrio tra supporto sociale e una corretta gestione delle risorse pubbliche.

Pensionato con nipote
Quali pensionati devono comunicare i redditi-trading.it

Un esempio concreto è quello delle pensioni minime: l’INPS provvede a integrare l’importo solo se il reddito personale o familiare non supera una soglia determinata. Supponiamo che un pensionato riceva un’integrazione di 100 euro al mese: se a seguito della verifica emerge un reddito superiore al limite, l’INPS potrebbe sospendere l’integrazione e chiedere indietro le somme erogate. Lo stesso vale per gli assegni familiari: queste prestazioni, rivolte ai nuclei con redditi modesti, richiedono un aggiornamento annuale per confermarne l’idoneità.

Chi è esonerato da questa comunicazione? I pensionati i cui redditi sono già conosciuti dall’INPS, come quelli derivanti da lavoro dipendente o altre pensioni già dichiarate attraverso il Modello 730 o Unico. Tuttavia, è sempre consigliabile verificare eventuali richieste specifiche dell’INPS per non incorrere in errori.

Cosa succede se non comunichi i redditi all’INPS?

Non inviare la comunicazione dei redditi può avere conseguenze significative. L’INPS, in caso di mancata dichiarazione, ha facoltà di sospendere o revocare le prestazioni legate al reddito, come le pensioni minime o gli assegni familiari. Questo significa non solo perdere un supporto economico fondamentale, ma anche dover restituire eventuali somme percepite indebitamente.

Facciamo un esempio pratico: un pensionato che riceve una maggiorazione sociale senza comunicare i redditi potrebbe trovarsi con l’erogazione sospesa fino a che non chiarisce la situazione. Inoltre, qualora emergesse che il reddito superava i limiti, l’INPS potrebbe chiedere il rimborso delle somme già versate. Per evitare queste problematiche, è fondamentale rispettare le scadenze e comunicare i propri redditi tramite i canali predisposti: il modello RED, i CAF o il portale INPS.

Per chi si sente in difficoltà con queste procedure, esistono supporti adeguati, come i patronati.

Gestione cookie