Scopri come usare WhatsApp: non solo chat e messaggi, in molti fanno questo ed è incredibile

Nel mondo del lavoro, i metodi di comunicazione stanno cambiando rapidamente. Oggi, un messaggio sullo smartphone può contenere non solo aggiornamenti sui turni, ma anche decisioni che cambiano radicalmente la vita di una persona.

Recentemente, alcuni casi hanno acceso il dibattito: dipendenti licenziati con un semplice messaggio WhatsApp. Nessun incontro, nessuna lettera ufficiale, solo poche righe sullo schermo.

Persona triste
Non solo chat, ecco come molti usano WhatApp-trading.it

Ma è davvero così semplice interrompere un rapporto di lavoro? E quali diritti ha chi riceve una notifica così scioccante? Ad esempio, ecco cosa è capitao ad Andrea.

Quando Andrea ha guardato il suo telefono quella mattina, non poteva credere ai suoi occhi. Un messaggio breve e freddo gli comunicava la fine del suo impiego, senza preavviso, senza spiegazioni. Lui, come tanti altri colleghi, era stato allontanato con poche parole digitali. Una situazione che ha scatenato indignazione e interrogativi: è accettabile che un’azienda possa licenziare i propri dipendenti in questo modo? E, soprattutto, è legale?

Il licenziamento via WhatsApp: cosa dice la legge?

Nell’era della digitalizzazione, WhatsApp è diventato uno strumento di comunicazione aziendale comune. Messaggi per i turni, aggiornamenti, richiami disciplinari: ormai tutto passa da chat e email. Ma il licenziamento è un’altra storia.

Persona che usa i social con il cellulare
Il licenziamento via WhatsApp: cosa dice la legge?-trading.it

La legge italiana impone che il licenziamento debba avvenire in forma scritta, come stabilito dalla legge 604/1966. Questo significa che, in teoria, un messaggio WhatsApp potrebbe essere valido, a patto che vi sia prova certa della sua ricezione.

Ed è proprio qui che nasce la questione più delicata. Come si dimostra che il dipendente ha realmente ricevuto e compreso il messaggio? Le doppie spunte blu di WhatsApp non bastano. La giurisprudenza ha stabilito che è il datore di lavoro a dover dimostrare che la comunicazione è stata effettivamente letta dal dipendente. In caso contrario, il licenziamento potrebbe essere impugnato in tribunale e dichiarato nullo.

Difendersi da un licenziamento digitale: cosa può fare un lavoratore?

Se un dipendente riceve un licenziamento via WhatsApp, la prima cosa da fare è non farsi prendere dal panico. Impugnare il provvedimento è possibile, ma bisogna agire in fretta. Il lavoratore può rivolgersi a un avvocato o a un sindacato per verificare la validità del licenziamento.

Se il messaggio non fornisce motivazioni precise o non rispetta i criteri di legge, il dipendente può chiedere il reintegro o un risarcimento. Un altro aspetto da considerare è il diritto al preavviso: se l’azienda non lo rispetta, deve corrispondere un’indennità sostitutiva. In alcuni casi, la mancanza di trasparenza nelle procedure può portare a una causa per danni.

Le aziende, dal canto loro, dovrebbero riflettere sull’impatto umano e professionale di queste scelte. Licenziare una persona con un messaggio rischia di compromettere l’immagine dell’azienda, creando malcontento non solo tra gli ex dipendenti, ma anche tra quelli ancora in servizio. La tecnologia può semplificare molte cose, ma certe decisioni meritano un approccio più umano e rispettoso.

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