Chi ha la Partita Iva ordinaria può detrarre le spese mentre chi sceglie il regime forfettario ha dei limiti maggiori. Vediamo come possono procedere i contribuenti e quali spese sono deducibili nel regime forfettario.
Il regime forfettario consente a chi lo sceglie di vedersi applicata una tassazione agevolata, con aliquote ridotte rispetto ad altri regimi fiscali. Tuttavia il contribuente deve sapere che la maggior parte delle spese non sono detraibili e deducibili come accade nel caso una partita Iva ordinaria.
Esistono comunque delle eccezioni che poi vedremo ma prima di scegliere in quale regime rientrare è bene conoscere tutti gli aspetti di quello forfettario per capire se è quello più idoneo alla propria attività.
Cos’è il regime forfettario e come funziona
Il regime forfettario prevede l’uso di coefficienti di redditività che servono per il calcolo del reddito imponibile. In questo regime di tassazione agevolata, a seconda dell’attività svolta, si considerano i costi sostenuti in maniera appunto forfettaria. Per meglio comprendere a cosa ci riferiamo facciamo l’esempio di un libero professionista cui viene applicato un coefficiente di redditività del 65%. In questo caso si presume che i costi ammontino al 35% delle entrate. Sul guadagno del professionista quindi non sarà soggetto a tasse il 35% mentre al 65% rimanente per i primi 5 anni verrà applicata l’aliquota del 5%. A partire dal sesto anno diventa del 15%.
Il regime agevolato non prevede la detrazione dalla base imponibile, sulla quale poi vanno pagate le tasse, dei costi per l’acquisto di un macchinario, di quelli relativi alla partita Iva o dello stipendio di un dipendente. Questo tipo di spese nel regime forfettario non sono né detraibili né deducibili perché già sono ammortizzate in modo forfettario in quanto sul 35% non si applicano tasse.
Quali spese non sono detraibili né deducibili?
Chi ha redditi annuali fino a 65 mila euro può rimanere nel regime forfettario e gode di una tassazione al 5%, cosa che non avviene se si sceglie una partita Iva ordinaria. In questo caso infatti se si superano i 50 mila euro annui la tassazione prevista è del 43%. Detto questo chi appartiene al regime forfettario non potrà portare in detrazione o in deduzione niente dall’Irpef: essendo però applicata la tassazione agevolata non gli vengono applicate le aliquote Irpef per scaglioni di reddito.
Il professionista che opera nel forfettario non può dunque scaricare spese concernenti la sua attività vale a dire quelle delle utenze come luce e riscaldamento e nemmeno quelle sostenute per il pagamento degli stipendi o per i beni utili alla sua attività. Inoltre non ha diritto alle detrazioni per le spese mediche o per la famiglia, come quelle previste ad esempio per i figli a carico. Infine non può detrarre nemmeno gli interessi passivi del muto acceso per l’acquisto della prima casa.
Regime forfettario: cosa si può scaricare
Come già anticipato in precedenza ci sono però delle eccezioni alla regola che prevedono al contribuente forfettario di scaricare alcune spese. Egli può portare in detrazione i contributi previdenziali, riducendo così il costo del reddito imponibile, sul quale viene poi applicata la tassazione agevolata. Si possono scaricare in detrazione sia i contributi versati alla cassa previdenziale dell’albo professionale sia quelli versati all’Inps.
Nello specifico i commercianti possono portare in detrazione i contributi versati alla gestione Artigiani e Commercianti dell’Inps e ricordiamo che sono detraibili anche quelli versati alla Gestione Separata dell’Inps.
Per ridurre il reddito imponibile si possono usare i contributi versati nell’anno di imposta di riferimento. Il primo anno di attività non sarà possibile detrarre nessuna spesa perché non si versano contributi previdenziali, in quanto i versamenti corrispondenti all’anno precedente si effettuano in quello seguente. La detrazione sarà possibile a partire dal secondo anno dell’attività.
Conclusione
Come si evince da quanto sopra riportato il regime forfettario è conveniente soltanto per quei professionisti che hanno delle spese di gestione legate alla propria attività molto basse. Infatti la detrazione forfettaria delle spese è sufficiente ad ammortizzare le mancate detrazioni riguardanti ad esempio le spese mediche o quelle per i figli a carico.