A dispetto delle opinioni avverse, le sanzioni stanno funzionando. Il Prodotto Interno Lordo della Russia è in calo, una discesa intorno all’11%.
Cifre che non si registravano da tempo, superato (in negativo) anche il crollo dell’Urss.
A seguito delle consultazioni referendarie di annessione del Donbass, si amplia l’emarginazione planetaria della Russia di Putin. Gli Stati dell’Occidente sono pronti a effettuare il varo di nuove sanzioni. Misure che, stando agli addetti ai lavori potrebbero sortire conseguenze piuttosto indigeste sull’economia russa, partorendo un tracollo del Pil dell’11%.
Luc Pierre Devigne, direttore esecutivo del Servizio esterno dell’Ue, nel corso di un intervento alla commissione Esteri dell’Eurocamera, ha evidenziato di come si tratti di un crollo “maggiore di quello prodotto durante il crollo dell’Urss”.
Insomma, le sanzioni starebbero funzionando. La Russia vede tanta terra bruciata intorno, Stati come Cina e India hanno riferito le loro apprensioni circa le operazioni belliche.
Non si torna indietro, sebbene le difficoltà legate alla stagione invernale, le sanzioni non saranno ridiscusse. La strategia portata avanti dall’Unione Europea sta cogliendo i suoi frutti, è tempo di determinazione e risolutezza.
Nuove sanzioni dopo l’annessione del Donbass
Le consultazioni referendarie dell’annessione dei territori occupati rimarranno indigeste ai Putin e ai suoi.
Questa la promessa del rappresentante della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, che ha confermato quanto Washington sia pronta a rendere noto il nuovo pacchetto di sanzioni.
Gli Stati Uniti sarebbero dunque pronti a infliggere nuove, rapide e severe, misure sanzionatorie a Putin, il tutto con consenso e partnership del mondo occidentale. Più si andrà avanti con le annessioni maggiori saranno i costi economici inflitti.
Gli Usa non sono disposti a riconoscere le annessioni di territori ucraini alla Russia, i referendum sono una farsa, una lampante inosservanza del diritto internazionale.
Blocco all’esportazione di tecnologia europea in Russia
In Europa si segue l’esempio americano e si procede dunque con nuove sanzioni. Il sostegno all’Ucraina e al suo presidente Volodymyr Zelensky viene rafforzato. Armi, sanzioni e isolamento di Putin, questa la ricetta.
Dalla Commissione europea si è pronti al varo di una nuova e decisa ventata di sanzioni verso la Russia. Stavolta viene presa di mira l’esportazione di strumentazione tecnologica civile a personaggi ed enti implicati nei referendum istituiti dal Cremlino nelle aree occupate dalle forze militari di Mosca.
Nelle misure predisposte però non rientrerà il price cap al petrolio immaginato di recente. Senz’altro, al contrario, si passerà all’avvio di nuovi veti all’export di articoli e merci europei verso la Russia e all’inserimento in black list chiunque sia coinvolto nelle consultazioni relative al Donbass. Le annessioni non saranno mai riconosciute da nessuno, Ue in primis.