Cosa succede se non viene pagata una sanzione amministrativa: quali sono i diversi casi e i rischi che si corrono? I dettagli al riguardo
Quella della sanzione amministrativa è una tematica che interessa e che può destare l’attenzione di molti, in particolare se associata ad alcuni casi e alla domanda circa cosa accade qualora non dovesse essere pagata: quali sono i rischi e come funziona in generale, cosa c’è da sapere.
Ad approfondire la questione è Laleggepertutti, che analizza per l’appunto alcuni casi in cui, con scenari in cui ad esempio questa potrebbe non essere pagata e quali sarebbero poi le conseguenze al riguardo.
Nell’ipotesi in cui, ad esempio, sia un minorenne ad incorrere e a ricevere una sanzione di questo tipo, come per esempio guidare un motorino senza casco o, ancora, a prendere un mezzo di trasporto senza avere con sé il biglietto, coloro che devono pagare sono i genitori, entrambi in solido. Ciò, anche nel caso in cui questi siano separati o divorziati.
Si legge che colui che verbalizza deve indicare non soltanto i dati del minore che ha trasgredito, ma anche quelli dei suoi genitori.
Un tema che interessa molti, dunque, quello della sanzione amministrativa, al cui riguardo possono esserci varie domandi ed alcuni aspetti da approfondire in merito. Chi, dopo averla ricevuta, non dovesse pagare una sanzione amministrava di vario tipo, spiega laleggepertutti.it, incorre in una procedura chiamata riscossione esattoriale.
Tale procedura prevede la creazione di un documento, il “ruolo”, da parte dell’amministrazione titolare del credito; nel “ruolo” viene riportato l’importo che il cittadino è tenuto a pagare e la data della formazione del “ruolo”, che non viene notificato al debitore che ha già avuto comunicazione del verbale mediante raccomandata a.r. oppure attraverso la consegna a mano.
Tale ruolo viene trasmesso all’Agente per la Riscossione Esattoriale; rispetto ai credito dello Stato, si tratta dell’Agenzia Entrate Riscossione, per quel che riguarda gli enti locali, si tratta di società private convenzionate con enti.
L’agente per la riscossione dà comunicazione al debitore di un documento, la cartella esattoriale, che rappresenta l’ultimo invito a pagare quanto dovuto maggiorato di spese di notifica ed interessi. Qualora questa non sia pagata entro 60 giorni dalla notifica o in assenza di ricorso e annullamento, si può incorrere in azioni cautelari e azioni esecutive.
Nel primo caso, rispetto quindi alle azioni cautelari, si fa riferimento – si legge su laleggepertutti.it – all’iscrizione del fermo auto; all’ipoteca sulla casa, anche la prima, o altro immobile, qualora il credito fatto valere sia maggiore di 20 mila euro.
Rispetto alle azioni esecutive, queste invece riguardano il pignoramento, quello del quinto dello stipendio o della pensione, dei canoni di locazione, conto corrente bancario, casa se non è l’unica proprietà del debitore e luogo di residenza.
Nel caso invece non si possa pagare la sanzione amministrativa, spiega Laleggepertutti, l’Agente della Riscossione proverà a controllare se vi sono redditi che possono essere pignorati; qualora si tratti di un soggetto nullatenente, il debito resta, ma verosimilmente, si legge, l’esecuzione forzosa potrebbe non aver seguito.
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Allo stesso tempo, però, si legge, vi sarebbe la possibilità da parte dell’esattore di notifiche, nel corso del tempo, a proposito di una intimazione di pagamento per interrompere i termini di prescrizione.
In ogni caso e a prescindere da tutto, è opportuno ed importante approfondire tale come altre tematiche, consultando gli esperti e gli specialisti del campo al fine di chiarire ogni eventuale dubbio, comprendere al meglio dettagli, particolari e specifiche, tutte le informazioni che è importante conoscere al riguardo.
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