Una nuova iniziativa, attesa da molti, in fase di elaborazione per quella che sarà la sua applicazione. Il salario minimo.
Un concetto nuovo, una nuova idea per ribaltare del tutto il disagio sociale in alcuni suoi aspetti. Una iniziativa politica che non consenta una visione chiara delle cose non per forza sporcata da ipotetici cinici interessi elettorali, cosi come in passato si è fatto ad esempio per iniziative come il Reddito di cittadinanza, secondi qualcuno ancora ingiusta come misura e del tutto iniqua. Ciò che conta, oggi, è legittimare ove possibile il concetto di lavoro oltre ogni aspetto puramente propagandistico o meno.
Il progetto in questione nasce dallo studio di David Card, Joshua D. Angrist e Guido W. Imbens, vincitori del premio Nobel 2021 per le ricerche in merito al mondo del lavoro. Uno di loro David Card, ha inoltre studiato ciò che è successo in alcuni paesi dopo l’introduzione del salario minimo, sotto il punto di vista dell’occupazione. Il concetto di salario minimo è molto semplice nella sua applicazione. Un limite prestabilito in quello che è il compenso orario di un lavoratore, sotto il quale non è possibile scendere.
Quello che a in mente il Governo Draghi è studiare una soluzione che possa introdurre nel nostro paese questa interessantissima prospettiva. Le disparità sociali nel nostro paese anche per quel che riguarda la condizione salariale è abbastanza evidente e di conseguenza urge una soluzione che possa riequilibrare le cose e ristabilire un clima quantomeno sereno. Le imprese oggi devono pensare anche la bene dei lavoratori, forse come primo impegno, a questo punta oggi l’esecutivo Draghi, a questo si vuole ambire.
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Questo tipo di iniziativa politica, rivoluzionaria per certi versi ma assolutamente portatrice di equilibrio in un settore in forte crisi, è presente in tutti i paesi europei, meno cinque, tra questi ovviamente c’è l’Italia. Le singole versioni, però, spesso non coincidono e ci si trova davanti a forti squilibri nel concetto di salario minimo. In alcuni paesi, per intenderci il salario minimo non arriva a 700 euro. Dalla Lituania con 642 euro, alla Romania con 458 euro alla Bulgaria con 322. Alcune dinamiche sono dunque ancora da limare.
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