Il rublo continua a essere scambiato vicino ai suoi massimi storici. La serie di misure per deprimere l’economia Russa non ha impedito alla valuta di rafforzarsi, ecco perché.
Ieri sul forex il rublo è scambiato intorno ai 54,2 per dollaro, vicino ai massimi degli ultimi sette anni.
I controlli sulla circolazione del capitale, il crollo delle importazioni e l’aumento dei prezzi dell’energia, hanno reso il rublo più forte di circa il 20% rispetto a prima dell’invasione dell’Ucraina. La Russia è riuscita a ritorcere contro l’Unione europea e gli Stati Uniti quelle che sembravano una serie di misure efficaci a fermare economicamente il Paese.
Il mondo e le prospettive economiche sono cambiate velocemente da quando un rublo era scambiato per 139 dollari all’inizio di marzo. Allora la risposta all’invasione dell’Ucraina sembrava poter destabilizzare a tempo indeterminato la sua economia interna.
Dalla fine febbraio, dopo la caduta iniziale del rublo e quattro giorni dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio, la Russia ha più che raddoppiato il tasso di interesse chiave del paese. Esso è passato dal 9,5 al 20% ed è tornato nuovamente all 11% normalizzando la situazione grazie all’efficacia della manovra. Dietro i motivi del rafforzamento della valuta russa non c’è solo la Banca Centrale russa; a controbilanciare la svalutazione del rublo c’è anche l’imposizione per i Paesi “ostili” del pagamento delle materie prime come gas e petrolio nella valuta locale.
La Russia è il più grande esportatore mondiale di gas e il secondo più grande esportatore di petrolio. Il suo cliente principale, L’Unione Europea, ha acquistato miliardi di dollari di queste materie prime, colta di sorpresa, durante la prima fase delle sanzioni, mentre i prezzi dell’energia salivano. Ciò ha messo l’Europa in una situazione imbarazzante; il minore introito ipotizzato da un calo della domanda è stato compensato dai costi maggiori.
La strategia adesso è proseguire in una politica che rimetta al centro degli scambi internazionali la valuta russa. In particolare, il peso del suo ruolo commerciale sta venendo spostato verso Cina e Arabia Saudita. La forza del rublo al momento può tenere in piedi l’economia russa, danneggiata comunque sul lungo periodo dalla fuga di aziende e capitali internazionali. Dall’inizio della guerra in Ucraina, migliaia di multinazionali hanno lasciato la Russia.
A inizio giugno il ministro dell’Economia russo ha dichiarato alla BBC che la Russia rischia di subire una perdita di posti di lavoro e una riduzione degli investimenti come conseguenza delle sanzioni occidentali. Attualmente la disoccupazione in Russia è intorno al 4%; l’apparente resilienza dell’economia non deve ingannare “una crisi prolungata della domanda potrebbe “portare a una riduzione dell’occupazione”.
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