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Robinhood è pronto a prendere Wall Street, numeri da capogiro

Cavalcando la notorietà, il viaggio del broker verso la quotazione è reale? 

Il broker Robinhood sta pensando alla quotazione entro questo fine marzo, non si sa ancora attraverso quale canale ma “voci di corridoio” riprese da Bloomberg parlano di alcuni incontri avvenuti tra potenziali investitori e i capi del broker stesso.

L’effetto della notorietà

Lo scandalo che ha colpito la creatura di Vlad Tenev, riguardo il caso GameStop e titoli colpiti dalla stessa mania in cui il broker Robinhood aveva deciso di impedire l’acquisto dei famosi titoli più shortati dai fondi, ricevendo una miriade di reclami rivolti alla SEC (l’equivalente della Consob  in USA).

Un ‘altra parte che ha creato non pochi problemi alla società è stata la testimonianza poco esaustiva di Tenev davanti al Congresso che ha imposto di sommare ai già 3.4 mld per puntellare la piattaforma un altro miliardo in più di capitale a garanzia. 

Ma allora, se ci sono tutte queste problematiche, perchè pensare alla quotazione? Semplicemente la cassa di risonanza avuta negli ultimi mesi è talmente forte da far schizzare letteralmente la crescita di utenti del broker per esempio come nell’ultimo mese che ha visto 3 milioni di utenti in più, numeri da capogiro.

Il rafforzamento del brand, dato dal crescente numero di clientela, ha ovviamente generato una crescita esponenziale del valore delle azioni Robinhood sui mercati privati e in base alle stime oggi l’azienda potrebbe valere fino a 40 mld che è più del triplo rispetto agli 11,7 mld stimati nel corso del 2020.

Ecco spiegato il motivo per cui sei grandi banche hanno deciso di supportare economicamente Robinhood nel periodo più caotico, infatti, i loro crediti si trasformeranno in azioni non appena la società sarà quotata, generando grandissime plusvalenze.

Ad oggi il broker Robinhood sembra essere irresistibile agli occhi di Wall Street e per questo motivo sta cercando di quotarsi il prima possibile con la prospettiva di essere operativo già per fine marzo, se riuscirà nell’impresa, sarà una conferma che l‘app ed il suo modo di fare finanza sono qui per restare e per provare a sconvolgere nuovamente il mercato.

Ora rimane solo da scoprire la modalità ed il canale attraverso cui avverrà la quotazione e potrebbe essere o attraverso una società creata ad hoc oppure con un Ipo ( Initial pubblic offer) diretta.

Alla fine a Wall Street vige una regola non scritta e riportata in un famoso film “il denaro non dorme mai“.

Michele Troglio

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