Dopo i rialzi comunicati dalla Banca Centrale Europea è in atto una vera e propria rivoluzione mutui, che vede favoriti i tassi variabili rispetto a quelli fissi.
Dando un’occhiata alle ultime offerte sui mutui per l’acquisto di una casa, salta subito all’occhio che vi è un’importante differenza tra il tasso fisso e quello variabile. Si tratta di uno sconto di circa al 1% che ha fatto lievitare notevolmente le richieste di tasso variabile con cap.
La situazione economica attuale ha provocato un rialzo dei tassi di interesse sui mutui. Per questo motivo, molte persone si sono viste costrette ad abbandonare il sogno di acquistare una casa chiedendo un prestito alla banca.
Coloro che, invece, non hanno rinunciato al desiderio di una casa di proprietà stanno subendo le decisioni della BCE che ha provocato un rialzo dei tassi di interesse sui mutui. Tuttavia, l’impatto dei rialzi voluti dalla Banca Centrale Europea è differente se si parla di tasso fisso o variabile.
Attualmente i migliori Taeg si aggirano attorno al 2,5%. Si tratta di un valore che rappresenta il doppio rispetto ai tassi del 2021. Dopotutto, l’Irs ha 20 anni è passato dal 1,56% al 1,84%, tra aprile e maggio.
Se, invece, diamo uno sguardo al Euribor a 3 mesi notiamo che è ancora negativo (-0,39). Anche se, in realtà, ha fatto registrare una crescita del -0,55% rispetto al mese precedente.
Rivoluzione mutui: cosa dobbiamo attendere dal futuro
I dati attuali hanno contribuito alla crescita di richieste di mutui con tassi variabili. Nel secondo trimestre del 2022 si è registrato un +53% di mutui accesi con il tasso variabile, rispetto al periodo precedente. Tuttavia, è opportuno specificare e questi contratti riguardano solo il 15% del totale, contro l’80% dei mutui a tasso fisso.
In questi casi, si rinnova il dibattito su quale dei due tassi d’interesse, fisso o variabile, sia il più conveniente.
Purtroppo è una domanda alla quale non è possibile rispondere a priori, ma solo dopo aver completato il piano di rimborso si può conoscere la risposta. Di fatto, l’andamento di un tasso variabile su un mutuo di oltre 20 anni è praticamente impossibile da prevedere.
Fondamentalmente la scelta tra le due tipologie di tassi di interesse è fortemente legata al l’indole dell’investitore.
Di fatto, le persone che scelgono il tasso fisso hanno la possibilità di assicurarsi un importo della rata che resterà invariato per tutta la durata del prestito. Invece, coloro che optano per il tasso variabile possono beneficiare di un’aliquota inizialmente più bassa rispetto al tasso fisso corrispondente, ma che potenzialmente potrebbe lievitare in base agli eventi economici.
Cosa accade ai tassi variabili?
In conclusione possiamo dire che, sebbene sia stato registrato un aumento dei mutui a tasso variabile, si tratta pur sempre di una scelta di nicchia.
Tuttavia, è da segnalare la crescita, da un trimestre all’altro, di numeri sei volte superiori del mutuo a tasso variabile con cap. Di cosa si tratta?
Il mutuo a tasso variabile con cap è una soluzione intermedia tra il fisso e il variabile e rappresenta una vera e propria rivoluzione mutui. Infatti, questa tipologia di prestito non ha un tasso definito, in quanto può crescere fino a raggiungere un tetto massimo.
Dunque, potremmo dire che la crescita del tasso variabile con cap è ponderata.
Per capire se conviene accendere un mutuo con questa tipologia di tasso bisogna analizzare il cap proposto e il suo valore.