Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica i risultati della diciassettesima emissione del BTP Italia. Ecco le caratteristiche della domanda delle due fasi del periodo di collocamento.
Il titolo pensato principalmente per gli investitori al dettaglio è stato venduto per un importo pari 9,44 miliardi di euro.
Il collocamento terminato ieri giovedì 23 giugno ha avuto come scopo quello di offrire alle famiglie un’obbligazione con cedole e capitale che possano compensare in modo più efficace l’inflazione, proteggendo il risparmio.
Questi BTp sono i primi titoli emessi attraverso la piattaforma MOT di Borsa Italiana; in questo modo viene semplificato l’acquisto. Attraverso la piattaforma le banche possono offrire il prodotto anche attraverso gli home banking abilitati alle funzioni di trading.
BTP Italia: tasso cedolare reale annuo definitivo e guadagno nelle due fasi dell’emissione
Il nuovo con scadenza a 8 anni al 28 giugno 2022 ha un tasso cedolare reale annuo definitivo pari all’1,60%, pagato in due cedole semestrali. Per investire sui BTP Italia occorrono almeno 1000 euro, ed è possibile per gli investitori al dettaglio acquistarli con multipli di mille. Il titolo indicizzato all’inflazione italiana secondo l’Indice FOI, che è l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi.
Il collocamento si è concluso alle ore 12 della giornata di ieri. Nel corso della Prima Fase del collocamento, dal 20 al 22 giugno 2022, sono stati conclusi 211.432 contratti per un controvalore pari a 7,26 miliardi di euro. Nella Seconda Fase del collocamento dedicata agli investitori istituzionali, aperta e conclusa il 23 giugno, sono stati acquistati 238 contratti per un controvalore pari a 2.18 miliardi di euro.
Un risultato molto lontano dalle aspettative considerando i vantaggi insiti nel titolo adattati al ciclo di mercato formulati per attrarre gli investitori. Il risultato è anche lontano da quello record dell’ultima emissione di maggio 2020; in quell’occasione l’ammontare collocato aveva raggiunto i 22,3 miliardi di euro. Tanto basta per considerare non all’altezza delle aspettative questo giro di finanziamenti che lo Stato italiano ha voluto dedicare a un bond indicizzato all’inflazione.