L’economia Usa ha deluso fortemente le attese subendo una nuova contrazione del PIL
Gli analisti si aspettavano un rialzo dello 0,5% ma nel secondo trimestre sono tanti i fattori di squilibrio, a testimoniarlo anche i risultati delle trimestrali dei grandi social network.
Possiamo dirlo in modo oggettivo; con il calo del Pil per due trimestri consecutivi gli Stati Uniti sono entrati in recessione. Nessuno avrebbe voluto questa conclusione, sia Biden che la Federal Reserve dovranno accettarne le conseguenze per riprendere in mano la situazione. Il Pil nel primo trimestre era diminuito del 1,6% nonostante questo per arginare la corsa dei prezzi la Federal Reserve ha avviato 4 importanti aumenti dei tassi.
L’edilizia e le vendite di case si sono indebolite, così anche la fiducia delle imprese e dei consumatori. Mentre la Casa Bianca respinge l’idea che gli Usa siano in recessione le grandi aziende di internet ne mostrano chiaramente i segni.
Meta, la casa madre di Facebook e Instagram, ha registrato per la prima volta nella sua storia un calo dei ricavi. Il secondo trimestre 2022 segna così il record negativo della più grande protagonista di internet dopo Google. Il fatturato di 28,8 miliardi è risultato in calo di circa 1% rispetto lo stesso periodo dello scorso anno. Ma a mostrare il netto peggioramento sono i dati sugli utili crollati del 36% su base annua.
A determinare questi risultati sono stati la concorrenza di altre piattaforme, in particolare TikTok e il calo degli investimenti da parte degli inserzionisti. Il problema dei ricavi pubblicitari si è acuito su tutta la rete soprattutto a causa della contrazione economica e delle aspettative negative sull’inizio e la durata della recessione.
L’aspetto positivo e forse paradossale è che nel secondo trimestre il numero degli utenti giornalieri attivi è aumentato del 4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un totale di 2,88 miliardi di persone tra Facebook e Instagram che diventano 3,65 miliardi in tutto il mondo considerando anche WhatsApp e Messenger.
Il Ceo Mark Zuckerberg ha riconosciuto che “la situazione sembra peggiore rispetto a tre mesi fa”. Per questo ha annunciato il rallentamento nel il ritmo degli investimenti e una riduzione nella crescita del personale. Le principali società statunitensi hanno cominciato da qualche mese a prezzare sul personale i timori di una recessione; tra queste Tesla, Ford e JPMorgan. Le aziende cercano di ridurre i costi fissi e ottimizzare al meglio la produzione; mentre a giugno sono stati creati 372.000 nuovi posti di lavoro sono 244.000 le persone che hanno chiesto il sussidio di disoccupazione questo mese.
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