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Nuovo decreto nuovi sostegni a chi lavora, ristori in due tranche: a chi toccano i primi aiuti

Pronti fondi per i settori più colpiti dalla pandemia. Iniziano le discoteche, poi il settore dello spettacolo e dello sport. I ristori arriveranno in due sessioni distinte.

Foto © AdobeStock

L’obiettivo era quello della ripartenza. Ma, almeno per il 2022, bisognerà accontentarsi di un anno di transizione. La ripartenza verrà impostata in base all’andamento della pandemia, con la speranza che il 2023 sia effettivamente l’anno buono per ritornare a una sostanziale normalità. Nel frattempo, il Governo ha confermato in Legge di Bilancio una serie di agevolazioni volte a rendere meno gravoso il periodo di emergenza, sotto forma di bonus, detrazioni fiscali e ristori per le categorie di lavoratori più colpiti dalla pandemia. Per il 2022, il Governo sta imbastendo un nuovo decreto per convogliare nelle tasche dei contribuenti alcuni aiuti mirati, con una politica di sostegni che seguirà però una nuova linea. I ristori verranno infatti versati in due tranche: la prima serie di aiuti verrà versata subito (o almeno subito dopo il varo del nuovo decreto). Per la seconda ci sarà da aspettare ancora.

La valutazione complessiva sulla seconda tranche includerà anche la possibilità effettiva di procedere a un nuovo scostamento di bilancio. In sostanza, più avanti si cercherà di capire se introdurre nuove risorse sarà effettivamente necessario. Per il momento, i ristori arriveranno in parte e anche a stretto giro. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha fatto sapere che le discussioni sono ancora in corso. Tuttavia, la prospettiva è quella di mantenere una linea di sostegni indirizzati alle categorie più colpite, senza però riprendere il filo dei vecchi aiuti, anche in virtù della riforma degli ammortizzatori sociali entrata in vigore da poco.

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Ristori ai lavoratori: a quanto ammontano le risorse

Ragionando in termini numerici, i fondi stanziati dalla Ragioneria di Stato dovrebbero attestarsi sul miliardo e mezzo, con precedenza ai lavoratori che, anche in un anno caratterizzato perlopiù da uno scorrere abbastanza regolare del lavoro, hanno subito gli effetti delle restrizioni. In primis, si penserà alle discoteche e alle sale da ballo. I primi a chiudere a inizio pandemia e anche subito dopo la risalita dei contagi. L’ultima chiusura risale infatti disposta il 31 gennaio scorso. Non è chiaro però in quale modalità arriveranno i ristori.

L’ipotesi è di suddividere gli aiuti in due modalità: innanzitutto lo stop ai contributi, per non costringere a versamenti senza introiti; e, successivamente, un taglio delle tasse, per evitare l’aggravio dal punto di vista fiscale. Diverso il discorso per attività come cinema, teatri e sale spettacolo. Le aperture sono state confermate ma con nuovi limiti di capienza e con una prudenza applicata anche dagli spettatori, meno propensi a recarsi in spazi al chiuso con bollettini che segnano l’avanzata continua dei contagi. Anche per queste attività saranno previste delle tranche di ristori per compensare le perdite economiche.

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Il terzo gruppo comprenderà i lavoratori dello sport, con una disposizione di risorse che dovrà tenere conto però di una suddivisione diversa. I ristori riguarderanno direttamente anche i luoghi di organizzazione degli eventi sportivi (palazzetti, stadi e piscine) i quali, fra chiusure e limiti di capienza, si ritroveranno a dover fronteggiare il problema dell’aumento del costo dell’energia. Al momento si parla di circa 300 0 400 milioni per supportare gli enti locali e sostenere i costi rincarati delle utenze. I fondi andranno a coprire anche i costi delle spese sanitarie, tamponi in primis (per circa 50 milioni). Non dovrebbero però essere comprese le squadre professionistiche della Serie A, con limite di fatturato a 100 milioni per poter accedere agli aiuti. La prima tranche di aiuti, sia per i lavoratori dello sport che degli altri settori interessati, dovrebbe comunque coprire il primo trimestre del 2022, perlopiù come ristori a fondo perduto.

Damiano Mattana

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