Il mondo del lavoro nei prossimi anni mostrerà in modo chiaro quali saranno le nuove capacità lavorative richieste e le competenze che prevarranno, data l’espansione dei servizi digitali, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale.
Secondo il rapporto del World Economic Forum questi saranno gli anni in cui l’economia globale darà vita a 133 milioni di nuove occupazioni, a fronte di 75 milioni che invece verranno ridimensionate, integrate in altre mansioni o eliminate.
Le mansioni lavorative verranno modificate dall’utilizzo della tecnologia e dall’automazione, nonché dalla mutata percezione del rischio.
Perché la professione del Risk Manager è simile a quella del trader
Tra i profili professionali emergenti che sembrano avere molto in comune con le competenze necessarie al trading professionista, c’è quella del Risk Manager. Il rischio e la capacità delle aziende di affidarsi a sistemi o figure professionali, in grado di gestire l’imprevedibilità delle dinamiche economiche e sociali, sembra avere trovato la sua importanza nei parametri economici e finanziari che un’azienda deve mettere in conto al fine di poter continuare a essere competitiva.
A causa della crescita nella percezione di insicurezza dovuta all’inaspettato mutamento dello scenario globale, il rischio non è più considerato come un evento isolato e particolare, ma un evento sistematico che nella crescente interconnessione delle nostre economie è in grado di compromettere, pur realizzandosi a livello locale, la stabilità di intere organizzazioni.
Stando al dossier redatto da Unioncamere nel 2020, si prende atto che almeno i tre quarti delle aziende italiane prenderanno l’iniziativa di riqualificare i dipendenti aziendali secondo i mutamenti nelle mansioni e nelle possibilità materiali che la crisi sanitaria ha messo in evidenza. Le aziende cercano oggi personale con competenze trasversali, con attitudini di flessibilità nella risoluzione dei compiti assegnati, apertura mentale, curiosità e resilienza.
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Perché le aziende avranno sempre più bisogno di un Risk Manager
Nello scenario attuale si è accentuato il bisogno delle aziende di avere un personale con competenze tecniche multidisciplinari e lontano quindi dalla logica dall’iper specializzazione. Il rischio per chi si sta qualificando è oggi giorno quantomai accentuato, le professioni per le quali ci formiamo oggi potrebbero venire stravolte o smettere di esistere nell’arco di cinque o dieci anni, rendendo infruttuoso lo studio o l’investimento in una formazione eccessivamente settoriale.
Anche per questo la professione del Risk Manager sta prendendo sempre più piede all’interno delle aziende. Questa figura professionale con competenze trasversali, in campo economico, statistico, finanziario, comportamentale, legale, è in grado di individuare e analizzare le fragilità e i rischi in cui può incorrere l’azienda, valutarli in base alla loro possibile gravità e frequenza per trovare soluzioni al fine di ottimizzare la loro gestione, secondo le risorse a disposizione e mantenendosi coerente agli obbiettivi aziendali.
Cosa fa il Risk Manager?
Lo sviluppo sociale ed economico in questi anni porteranno o saranno accompagnati necessariamente da nuovi squilibri, l’ingresso in campo e l’accelerazione delle nuove tecnologie, insieme ai mutamenti geopolitici dovuti alla messa in discussione degli USA come guida morale ed economica, il possibile rafforzamento dell’Unione Europea come un’unione nazionale di stati confederati, l’emersione della Cina come la nuova superpotenza, la possibile emancipazione della Russia di Putin dall’influenza diretta delle economie occidentali, saranno capaci di portare nuovamente l’inaspettato nella nostra vita, presentando alle aziende il rischio come un costo che dovrà essere contabilizzato con l’assunzione di figure professionali come il Risk Manager. Il suo ruolo si esplica, allo stesso modo che per una scelta di investimento, nella valutazione del rischio e del rendimento negli accordi economici e commerciali dell’azienda nei contratti con terzi. In tal modo il risk manager fornisce le proprie competenze per l’individuazione le criticità insite in ogni operazione.
Deve quindi considerare gli effetti degli accordi con aziende o soggetti privati, in un’ottica che prenda in considerazione le aspettative sui rischi individuali e collettivi, in relazione agli sviluppi economici e legislativi, compresi anche quelli connessi ai danni di reputazione e dell’immagine dell’azienda.
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Quali sono le competenze necessarie e come si diventa Risk Manager?
Le competenze necessarie per diventare Risk Manager richiedono capacità e conoscenze multidisciplinari. Egli svolge in sintesi tre tipi di mansioni:
- Esperto nella gestione aziendale: le competenze necessarie devono comprendere naturalmente la conoscenza dei processi aziendali, nonché il modo in cui essa organizza il lavoro, fino alla perfetta conoscenza del suo settore merceologico.
- Catena di approvvigionamento: il Risk Manager deve conoscere e stabilire un rapporto con i diversi settori aziendali, oltre che saper mettere in relazione tra loro i vari processi che coinvolgono la filiera produttiva, fornendo le proprie competenze per gestire i rischi specifici di ogni funzione.
- Capacità relazionali e problem solving: naturalmente questa figura professionale deve avere ottime capacità relazionali, saper dialogare affiancando i responsabili di ogni settore, al fine di raccogliere e coordinare le informazioni per fornire soluzioni adatte al contenimento del rischio. Per esempio facendo un’adeguata prevenzione secondo i problemi connessi alle condizioni sul posto di lavoro o alle mansioni svolte dal personale, che può essere a contatto con macchinari o con specifici materiali che presentano dei rischi per l’integrità fisica o per la propria salute.