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Economia e Finanza

Qual è il rischio della scommessa del Governo Meloni? I nuovi responsabili potranno fare ciò che vogliono

Il governo di Giorgia Meloni pare voler proseguire sulla linea di quello precedente, spendere quanto Draghi senza le stesse garanzie. Peggiora il deficit di bilancio e scommette su un aiuto dell’Ue.

Le garanzie per il Governo Meloni sono diverse da quelle che hanno accorso al sostegno del Governo Draghi. La scommessa questa volta è basata tutta su previsioni di crescita nel lontano futuro.

In sostanza il governo Meloni lascerà crescere il debito più di quanto altri esecutivi avessero fatto in precedenza. In cambio di cosa? Si tratta al momento soltanto di ottenere una qualche credibilità politica; l’esecutivo ha iniziato il suo mandato tutto in salita, se non riuscirà proteggere l’Italia dai danni delle condizioni economiche sarà dovuto a contingenze esterne, in ogni caso avremmo un governo responsabile che dovrà essere aiutato anche e soprattutto dall’UE.

Per il 2023 il peggioramento del rapporto debito/Pil, secondo le previsioni governative sarà dell’1,3%. È il maggiore deficit degli ultimi anni: il debito crescerà passando dal 143,3 al 144,6%. Il punto è l’assenza di giustificazione per manovre che dovranno essere sostenute nel tempo con l’unica garanzia dell’Ue.

A fine 2018, il governo gialloverde stimò che grazie alla maggiore spesa il Pil sarebbe aumentato l’anno dopo dell’1,5% incrementandolo rispetto al 0,9 per cento tendenziale. Ciò di fatto non accadde e crescita fu minima; tuttavia, la spesa fu posta in un’ottica di ritorno degli investimenti secondo cui il peggioramento dei conti avrebbe avuto una ricompensa.

Governo Meloni: obbiettivo delle manovre nella legge di bilancio è una maggiore crescita? Non molto

Il deterioramento odierno dei fondamentali di finanza pubblica è dunque almeno mirato a una maggiore crescita? Non molto. Per il 2023 l’esecutivo vede un’espansione dell’economia solo di 0,3 punti percentuali superiore a quella che avremmo avuto senza gli scostamenti poco giustificabili del bilancio.

La situazione sembra ancora meno chiara e paradossale se vediamo la crescita rispetto alle ultime stime fatte proprio dal Governo Draghi; rispetto a queste ultime previsioni il Pil del 2023 aumenterà già dello 0,6%, ciò significa che non stimiamo alcuna crescita derivante dalle attuali spese.

Le manovre economiche da sempre cercano a fine anno di usare i margini di deficit per spingere un po’ di più l’effetto dell’incremento sulla crescita rispetto a quella che si sarebbe verificata senza alcun intervento. A parte alcune eccezioni frutto di cambiamenti imprevedibili della situazione internazionale, nel 2023 le aspettative sono quelle di una crescita vicina allo zero se non addirittura negativa. L’Italia ci arriverà però con un debito e un deficit più alti.

L’impressione è che il governo Meloni voglia continuare a essere generoso in termini di spesa come quello Draghi, facendone per ora una questione di immagine che non sta tenendo conto delle diverse condizioni rispetto a esso. L’attenzione sull’Italia e sui conti pubblici rimane importante soprattutto perché in grado di provocare l’ingresso di governi tecnici che possono agire senza che le conseguenze e la responsabilità sia presa dagli attuali schieramenti politici.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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