Una recessione globale in risposta al frastuono delle nuove indicazioni geopolitiche e il monito per gli investitori: i mercati finanziari sono confusi
In questo febbraio 2025 i mercati finanziari sono trepidanti, gli sconvolgimenti che si sono susseguiti dall’elezione della nuova presidenza Trump e il dissesto sugli equilibri del mondo tech, in particolar modo dell’indotto relativo alle AI generative, con l’introduzione di DeepSeek tra i progetti più quotati, sono tutte dinamiche che stanno creando caos sia a livello geopolitico, sia dal punto di vista dei mercati finanziari.
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Prima di fare riflessioni bisogna partire in particolar modo da due variabili. La prima è che l’AI e la corsa al progetto più performante non sono altro che una guerra commerciale mondiale che decreterà chi sarà la superpotenza che imporrà il suo predominio sulle altre.
Per quanto si continui a parlare di semiconduttori, dazi e nuovi equilibri commerciali, non si fa abbastanza riferimento a questa dinamica, che poi è il focus principale della questione tecnologica: la lotta al predominio è il benvenuto di una nuova era, un’era in cui a comandare sono le intelligenze generative, e la globalizzazione è un concetto ormai lontano anni luce. In questi nuovi scenari dovete immaginare che i grandi progetti di un mondo iperconnesso con l’obiettivo di unificare non solo le reti comunicative, ma anche gli animi, sono del tutto falliti.
Stati Sovrani che dicono addio alla globalizzazione: tensione sui mercati finanziari
Ad oggi non si può dichiarare ancora un ritorno all’imperialismo, ma gli stati sovrani stanno già tirando fuori la loro voce: Trump impone dazi, la Cina punta ormai da anni a un’indipendenza tecnologica (raggiunta), la Russia cerca di imporsi per non rimanere fuori dai giochi: guerre, minacce e nuove alleanze; questa è la realtà che caratterizzerà la nuova epoca che si affaccia agli anni ’30.
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La seconda variabile sta nel fatto che Trump non ha intenzione di entrare in lotta con gli altri Stati, vuole rimarcare la potenza degli USA, sottolineando che con la sua presidenza, l’America non sarà più quella disegnata da Biden, ma sarà l’America fatta a modo suo, e questo prevederà nuovi equilibri mondiali, dai quali non può fuggire neanche l’Europa.
Il canadese David Rosenberg ha lanciato un allarme a questo riguardo. Secondo l’economista, l’implementazione delle misure tariffarie proposte da Donald Trump potrebbe innescare una recessione economica, non solo americana, ma su scala globale.
Le politiche commerciali di Trump e il loro impatto
Le dichiarazioni del Presidente hanno generato un livello di incertezza senza precedenti nei mercati finanziari globali. Rosenberg a questo proposito sottolinea che l’incertezza attuale è “tra due e quattro deviazioni standard sopra le norme storiche”, attribuendo questa situazione principalmente alle minacce di politiche commerciali caotiche provenienti dalla Casa Bianca.
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Nonostante questo clima di incertezza, c’è anche da sottolineare che gli investitori hanno continuato a riversare capitali nei mercati azionari statunitensi. L’indice S&P 500, pur avendo registrato una leggera flessione, rimane vicino ai massimi storici.
Tuttavia, Rosenberg avverte: i grafici che stiamo analizzando sul mercato azionario di queste settimane potrebbero essere d’inganno, il mercato potrebbe essere sopravvalutato e molti operatori potrebbero sottovalutare i rischi intrinsechi degli investimenti in equity. Egli evidenzia che il premio per il rischio azionario negli Stati Uniti è attualmente pari a zero, suggerendo anche che il mercato azionario è percepito come privo di rischio quanto i titoli di Stato a breve termine, una situazione che definisce “pericolosa”.
Reazioni e prospettive future sui mercati finanziari
Le preoccupazioni espresse da Rosenberg trovano eco in altri sviluppi recenti. Le politiche tariffarie proposte da Trump hanno sollevato timori di stagflazione, una combinazione di stagnazione economica e inflazione. Inoltre, le deludenti previsioni di vendita e profitto di grandi aziende come Walmart hanno ulteriormente appesantito il sentiment del mercato.
Anche la domanda di beni rifugio, come lo yen giapponese e l’oro, è aumentata, indicando una crescente avversione al rischio tra gli investitori. Gli eventi chiave da monitorare includono gli indici PMI manifatturieri e dei servizi in Giappone, l’indice dei prezzi al consumo in Malesia e gli indici PMI e il sondaggio sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti.
Gli investitori devono rimanere cauti perché il mercato mostra segnali di incertezza: non sa come interpretare le novità, e in queste situazioni le cadute potrebbero essere rovinose, così come una recessione mondiale: non bussa mai alla porta, arriva e travolge tutti senza sconti.