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Economia e Finanza

Riscatto dei contributi non versati: la novità INPS che cambia tutto per chi ha buchi nella pensione

Hai scoperto che mancano dei contributi nel tuo estratto previdenziale? Ora l’INPS offre un’opportunità unica per recuperare anche quelli prescritti. Scopri come evitare brutte sorprese al momento della pensione e assicurarti un futuro più sereno.

Antonio ha lavorato per anni in un’azienda senza mai sospettare che il suo datore di lavoro non stesse versando i contributi previdenziali.

Riscatto dei contributi non versati: la novità INPS che cambia tutto-trading.it

Quando ha controllato il suo estratto conto INPS, si è accorto che mancavano diversi anni di contribuzione. Un problema enorme, che potrebbe ridurre sensibilmente l’importo della sua futura pensione. Fino a poco tempo fa, i contributi prescritti erano considerati persi per sempre. Ma oggi, grazie alle nuove regole introdotte dall’INPS, esiste una possibilità concreta per recuperarli, anche se il datore di lavoro non li ha mai versati. E non solo Antonio: questa novità può essere utile anche per Maria, Alessio e Franco, che si trovano in situazioni simili. Vediamo come.

Recuperare i contributi prescritti: cosa dice l’INPS

Con la circolare n. 48 del 24 febbraio 2025, l’INPS ha introdotto una modifica epocale: i lavoratori possono riscattare, a proprie spese, i contributi non versati dai datori di lavoro, anche se caduti in prescrizione. Questo significa che, anche se il tempo per il recupero forzato è scaduto, c’è ancora una soluzione per non perdere anni di pensione.

Recuperare i contributi prescritti: cosa dice l’INPS-trading.it

Prima di questa modifica, la possibilità di recuperare i contributi pensionistici omessi era limitata solo ai datori di lavoro o ai lavoratori, ma entro una finestra temporale ben precisa. Ora, invece, chi si accorge troppo tardi di un buco previdenziale può comunque intervenire, sostenendo i costi per coprire il periodo non riconosciuto dall’INPS.

Ma come funziona nella pratica? Per poter richiedere la costituzione della rendita vitalizia, il lavoratore deve dimostrare, con prove concrete, che il rapporto di lavoro c’è stato davvero e che il datore di lavoro non ha mai versato i contributi dovuti. Serviranno quindi documenti come buste paga, lettere di assunzione o licenziamento, libretti di lavoro o altre prove documentali. Una volta accettata la richiesta, il lavoratore dovrà versare l’importo necessario per coprire quei contributi mancanti e integrarli nel proprio estratto contributivo.

I casi concreti: Maria, Alessio e Franco

Facciamo qualche esempio pratico per capire meglio come questa opportunità possa essere sfruttata:

Maria ha lavorato in un negozio per diversi anni con un contratto regolare, ma ha scoperto che il titolare non ha mai versato i suoi contributi. Ora può decidere di riscattarli, assicurandosi così una pensione completa.

Alessio ha fatto vari lavori in nero da giovane e si è reso conto che quegli anni di lavoro non risultano da nessuna parte. Ora ha la possibilità di coprirli pagando lui stesso l’onere previsto dall’INPS.

Franco, vicino alla pensione, si è accorto di avere dei periodi scoperti nel suo estratto conto contributivo. Grazie alla nuova normativa, può sanare queste omissioni e ricevere una pensione senza tagli.

Questa innovazione dell’INPS rappresenta una grande occasione per chi ha avuto problemi contributivi e vuole mettere in sicurezza il proprio futuro. Recuperare i contributi prescritti non è più impossibile: serve solo la giusta documentazione e la volontà di investire nel proprio domani.

Gerardo Marciano

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