Molti le persone che preferiscono non dichiarare la propria invalidità per paura del ritiro della patente, ma bisogna considerare anche le conseguenze di tale azione e potrebbero creare seri problemi.
La paura di perdere l’autonomia con il ritiro della patente in caso di invalidità causa a volte azioni che potrebbero ritorcersi contro. Come ad esempio non dichiarare al rinnovo il proprio stato invalidante. Da premettere che non tutte le patologie consentono il ritiro, bisogna valutare anche lo stato della persona. Tuttavia le malattie invalidanti che possono compromettere il rinnovo, sono tante. Ad esempio alcune malattie cardiovascolari come insufficienza cardiaca, aneurisma, eccetera. Oppure, il diabete mellito, le apnee ostruttive del sonno. Ma andiamo per gradi e analizziamo cosa potrebbe succedere.
Per rinnovare la patente, l’automobilista si deve sottoporre a visita medica presso un medico abilitato, il quale dovrà rilasciare il certificato di idoneità fisica. L’automobilista alla visita medica, dovrà consegnare al medico una foto recente che sarà apposta sulla tessera e un bollettino di versamento su c/c 4028 di 16 euro. Nel caso di patologie, è necessario anche un certificato sanitario redatto dal medico di base in cui specifichi lo stato della patologia. Poi, un ultimo costo è la visita medica per il rilascio del certificato di idoneità fisica che varia a seconda la struttura dove si esegue.
Al termine della visita il medico invierà il certificato telematicamente al ministro dei Trasporti che rilascia regolare ricevuta di ricezione.
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La scadenza della patente è regolata in base all’età dell’automobilista, infatti, fino a 50 anni è valida dieci anni, fino a 70 è valida cinque anni, fino a 80 anni è valida tre anni e infine, da 80 anni in poi è valida per due anni. Legge 104: nuove agevolazioni auto e contrassegno disabili con semplificazioni sorprendenti
L’automobilista a cui è stata riscontrata un’invalidità, anche in un momento successivo al conseguimento della patente, dovrà effettuare un visita di rinnovo davanti alla Commissione medica dell’ASL, che dovrà stabilire se il richiedente ha i requisiti psicofisici per poter guidare. Al termine della visita, la Commissione stabilisce se l’automobilista è in grado di guidare, se l’esito è positivo, si procede con il rinnovo della patente. Se l’esito è negativo si procede al ritiro della patente perché sono venuti meno i requisiti per la guida.
Chi soffre di una patologia invalidante deve dichiarare il proprio grado di invalidità e la Commissione medica dovrà valutare se l’automobilista ha i requisiti per poter guidare.
Bisogna precisare che chi effettua il rinnovo della patente senza dichiarare il proprio stato invalidante, come stabilito dalla Codice penale all’articolo 483, si rischia il reato di dichiarazioni false in atto pubblico. Questo tipo di reato prevede fino a due anni di reclusione. La pena arriva fino a sei anni se si attesta una falsa identità.
Inoltre, bisogna anche considerare che in caso di incidente stradale, con patente rinnovata che non indichi l’invalidità, l’assicurazione potrebbe farsi risarcire il danno in quanto l’automobilista ha negato le sue reali condizioni di salute.
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