A fine anno le novità abbondano, specie quelle che riguardano possibilità di “ripresa di risparmio”. Il rimborso tari è una soluzione da non sottovalutare, ma per chi è destinata?
Quando arriverà il rimborso Tari? Soprattutto a quanto ammonta la somma da percepire? Data l’importanza della notizia, le domande abbondano, ma prima di chiarire questi punti bisogna render conto di chi sono i veri destinatari della manovra in gioco. Veder tornare indietro ben 10 anni di tasse è un sogno ad occhi aperti che rinfranca questo periodo storico così duro e complesso da sostenere.
Tasse su tasse da pagare, ma “a volte ritornano”, e non per spaventare, citando la raccolta di racconti del maestro dell’orrore, Stephen King il cui libro in questione presenta proprio questo titolo. Ma ritorneranno indietro i soldi dei cittadini. Se un tempo il problema erano proprio le aliquote, si può dire che la situazione sia simile ad oggi, ma con delle aggiunte ancora più preoccupanti. L’incremento continuo del livello dei prezzi dovuto dall’inflazione, non dà alcuna tregua.
Da qui, si aggiunge il fatto che la mancanza di una crescita economica solida ha ancora di più appesantito la situazione. Quindi, l’ultima manovra di governo sancisce che le tasse sulla tari “stanno per tornare”, non per spaventare, ma per rimborsare i contribuenti. Questa notizia pare impossibile dato il quadro socio-economico in atto, ma ci sono buone ragioni per crederci.
Per 10 anni si ottiene il rimborso Tari: tanti soldi e subito per le famiglie!
Di certo, data la situazione fino a pocanzi esplicata, un rimborso del genere non se lo aspettava proprio nessuno. Infatti, dal momento in cui si pensa alle nuove decisioni e manovre di Governo, la paura di altre tassazioni è lì dietro l’angolo pronta ad emergere. Nello scenario orrorifico di un’Italia in difficoltà però, c’è un buon motivo per tornare a sorridere e rimettersi in sesto.
La Tari è tra tutte quelle tasse che nel corso del tempo aumenta e diminuisce per varie ragioni, molte delle quali i contribuenti nemmeno le approfondiscono. La questione è assurda. Si conferma che nel corso del tempo è questa tassazione ad essere viziata da errori nella sua gestione.
Tutto parte dal 2009, quando diversi Comuni italiani applicarono anche l’IVA, e questo è stato un grosso errore, perché non andrebbe aggiunta secondo quanto predisposto per legge.
Di conseguenza, sono proprio i Comuni che allora trovandosi in una situazione di totale errore, devono di conseguenza rimborsar i cittadini che hanno pagato di più ingiustamente per 10 anni. La Corte di Cassazione conferma l’illegittimità della questione, ma come fare a capire se questa situazione è successa nel proprio Comune? Chi l’ha versata negli ultimi 10 anni ha diritto a approfondire le questioni del rimborso.
Essenziale è sapere che per ottenerlo non bisogna starsene con le mani in mano. Serve presentare la domanda all’ufficio tributi del Comune dove si ha la residenza, perché non è automatico. Si compila la richiesta prima con i dati anagrafici, poi quelli della casa, e per ultimo si allegano le ricevute di pagamento degli ultimi 10 anni.
Ovviamente, una volta presentata la suddetta richiesta, bisogna attendere dei tempi burocratici nei quali il tutto viene elaborato. Soprattutto la domanda viene passata al vaglio dagli uffici di competenza. Se accettato il rimborso, occorre infine aspettare il versamento dell’ente.