All’indomani delle dimissioni del Premier Draghi è iniziata la campagna elettorale, con Salvini che propone una riforma pensioni 2022 con quota 41.
Con lo scioglimento delle Camere da parte del Premier Draghi è ufficialmente iniziata la nuova campagna elettorale, in vista delle elezioni del prossimo autunno. Dopotutto le elezioni sono dietro l’angolo, considerando che si andrà alle urne già il prossimo 25 settembre. Per questo motivo i leader politici hanno deciso di non perdere tempo e di iniziare subito ad illustrare le loro proposte.
Salvini ha già chiarito che, in caso di vittoria delle elezioni, sarà necessario pensare ad una riforma delle pensioni 2022 introducendo, non più quota 100, bensì quota 41. Lo scopo della riforma sarebbe quello di superare definitivamente le direttive della Fornero, offrendo a tutti gli italiani e la possibilità di andare in pensione rispettando requisiti meno proibitivi.
Riforma pensioni 2022: la proposta di Salvini è quota 41
Il leader della Lega, Matteo Salvini, è partito all’attacco, dando il via alla campagna elettorale e alle proposte per convincere gli elettori a votarlo. In realtà, da un po’ di tempo a questa parte, il leader del Carroccio pone l’attenzione su quello che accadrà a partire dal primo gennaio 2023.
Di fatto, se non dovesse essere approvata una nuova riforma delle pensioni, a partire dal prossimo anno si tornerà ad applicare le regole previste dalla legge Fornero. Questa prevede il raggiungimento dell’età pensionabile a 67 anni e 42 anni e 10 mesi di versamenti contributivi.
Per questo motivo, al di là dei possibili orientamenti politici, è chiaro che il nuovo Governo che sarà eletto dal popolo italiano, con le elezioni d’autunno, sarà chiamato a modificare l’attuale riforma introducendone una più conveniente.
Perciò, nel decidere a quale partito assegnare il proprio voto, è bene dare un’occhiata alle proposte avanzate in campagna elettorale. Prendendo in considerazione soprattutto le ipotesi sulle possibili di forme della pensione.
Quando il leader della Lega Nord salì al Governo varò quota 100, una riforma sulle pensioni che, però, non ha abolito la legge Fornero. Tuttavia, l’introduzione di questa modalità di pensionamento ha fatto slittare il ritorno alla riforma Fornero a 2023.
Ora, che è tempo di campagna elettorale, il leader della Lega ha fatto sapere che: “Non c’è tempo da perdere e i problemi delle famiglie, sono bollette, mutui e riforme non fatte per i no di Pd e 5 Stelle”.
L’ex Ministro dell’interno ha poi aggiunto:
“La proposta della Lega che offriremo a tutto il centrodestra è quota 41, ovvero sia dopo 41 anni di contributi penso che sia un meritato diritto godersi qualche anno di serenità”.
Quota 41, dalla teoria alla pratica: è fattibile?
Quelle avanzate in campagna elettorale sono delle proposte che devono poi essere considerate in sede di dibattito parlamentare, ma soprattutto in commissione di bilancio.
Secondo quanto calcolato dall’INPS, l’approvazione di quota 41 costerebbe allo Stato più di 4 miliardi nel primo anno di “attivazione. Per poi arrivare a 12 miliardi nell’ultima annualità, di un percorso che durerà 10 anni.
La proposta del centrodestra si fonda sulla volontà di abolire il reddito di cittadinanza introdotto dal Movimento 5 Stelle. Bisognerebbe vedere in che modo, l’eventuale abolizione del sussidio economico, renderebbe più sostenibile quota 41.