L’incontro tra Governo e Sindacati non è andato a buon fine e la tensione non si è placata sulla Riforma pensioni 2022. Cosa succederà adesso?
Le lancette girano e tra pochi giorni ci sarà la discussione del ddl di Bilancio in Consiglio dei Ministri, ma il nodo cruciale della Riforma pensioni per il 2022, non si è risolto. I sindacati hanno denominato l’incontro di ieri come un “braccio di ferro“. Le misure proposte per il superamento di Quota 100, non convincono, scissione sul lato politico e scontro del Governo con i Sindacati. L’incontro non è servito a trovare un’intesa.
Riforma pensioni 2022, niente accordo tra Governo e Sindacati: cosa succede adesso
La situazione attuale preoccupa, resta fermo l’obiettivo di voler diminuire lo scalone dei cinque anni che lascia Quota 100. Ricordiamo che senza Quota 100 che permette l’uscita a 62 anni di età e 38 anni di contributi, si passa direttamente alla pensione di vecchiaia a 67 anni. Questa situazione è molto vicina, infatti, dal primo gennaio 2022 Quota 100 non sarà più in vigore e si cerca la soluzione per tamponare il divario anagrafico.
Il Documento programmatico di bilancio mette in chiaro le intenzione del Governo sulle linee di intervento che andranno a confluire nella Legge di Bilancio 2022. Nello specifico, prevede interventi in materia previdenziali con un graduale passaggio al regime ordinario. Per regime ordinario si intende il regime della Riforma Fornero che al momento prevede:
a) la pensione di vecchiaia con 67 anni di età e un minimo di 20 anni di contributi;
b) la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
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Le proposte del Governo e le reazioni dei sindacati
Le proposte del Governo prevedono l’introduzione nel sistema previdenziale della Quota 102 per uno o due anni, con 64 anni di età e 38 anni di contributi. Poi, poi passare alla Quota 104 dall’anno 2024 o 2025 con i requisiti previsti dalla Fornero.
I sindacati non accettano le proposte, e la Cgil con dati di uno studio sulla Quota 102 e 104, realizzato in collaborazione con la Fondazione Di Vittorio, rileva che queste due misure coinvolgerebbero una platea minima di lavoratori. Si tratta di misure che trovano scarsa applicabilità. Inoltre, questa misura non ha l’appoggio pieno della maggioranza, contrari al sistema delle quote anche le imprese.
Pronta a Lega con la controproposta della Quota 103, un compromesso tra Quota 102 e 104, che prevede l’uscita a 64 anni, per almeno tre anni.
La novità prevede una rimodulazione del meccanismo a quote, con una deroga alle imprese con meno di quindici dipendenti con la creazioni di fondi dedicati.
In questo nuovo meccanismo dovrebbero rientrare anche la proroga dell’Opzione Donna e dell’APE Sociale con estensione delle categorie dei lavori gravosi. Pensione anticipata per lavori gravosi: la nuova lista a che punto è?
Braccio di ferro tra Governo e Sindacati
I sindacati Cgil, Cisl e Uil non sono riusciti a trovare un’intesa con il Governo. All’incontro di ieri erano presenti il ministro dell’Economia Daniele Franco, ministro del Lavoro Andrea Orlando, ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta e Roberto Garofoli, sottosegretario della presidenza del Consiglio.
I sindacati non scendono a compromessi, la proposta presentata è di una pensione a 62 anni di età o una quota 41 per tutti, libera da vincoli. Il Governo non considera fattibile la proposta presentata dai sindacati e sembra difficile che si trovi un’intesa. Bisogna capire se effettivamente ci sono i margini che apportino novità concrete alla Legge di Bilancio con una possibile mediazione.
I Sindacati, chiedono che il sistema previdenziale sia riformato, una vera riforma e non considerano le proposte utili solo ad una cerchia ristretta di lavoratori.
I sindacati precisano che sono pronti allo sciopero e mobilitazioni per far valere i diritti dei lavoratori. Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sottolinea che il Governo deve dare risposta democratica sulla manovra pensioni”.
Riforma pensioni 2022: il tempo stringe
Preoccupa molto la mancata intesa tra Sindacati e Governo, nel frattempo il tempo stringe, e domani giovedì 28 ottobre il disegno della Legge di Bilancio è atteso dal Consiglio dei Ministri. Ricordiamo che già la manovra è in notevole ritardo rispetto alla tabella di marcia. Senza intese è difficile che si possa strutturare una riforma del sistema previdenziale e soprattutto che trovi una reale concretezza nel breve periodo.