Dopo l’incontro tra Governo e Sindacati, arrivano le prime indiscrezioni sulla discussione sulla riforma pensione e flessibilità in uscita.
Si tratta del quarto incontro sulla riforma pensione, che ha investito esponenti dei sindacati e tecnici del governo. In effetti, quest’incontro è stato solo di confronto, con la conferma di quanto già avevamo accennato come anticipazioni.
L’orientamento è verso una flessibilità di uscita dal lavoro confermando la legge Fornero. I tecnici del Governo, sperano in un confronto con le parti sociali rivalutando il pensionamento esclusivamente con il sistema contributivo. La discussione del 15 febbraio, si è basata sulla possibilità di nuovi coefficienti di trasformazione, della riduzione della soglia limite della pensione anticipata e di maggiori tutele per le categorie deboli.
Il quarto incontro tra Sindacati e Governo sembra aver avuto un punto di incontro che riguarda di rendere più flessibile l’uscita dal mondo del lavoro con la legge Fornero, dopo la Quota 102 che termina il 31 dicembre 2022. Tuttavia, resta un punto cruciale da risolvere e riguarda il ricalcolo contributivo dell’assegno pensionistico.
Riforma pensioni: nel confronto tra Governo e Sindacati spuntano nuove proposte
Come più volte argomentato, questo sistema per chi ha contributi versati nel sistema retributivo, può risultare molto penalizzante. In effetti, si rispecchierebbe la situazione che si verifica nella pensione Opzione donna, che comporta una penalizzazione del 25 – 30% dell’assegno rispetto all’ultimo stipendio percepito. Inoltre, si è valutata anche l’ipotesi del pensionamento con 41 anni di contributi senza limite di età.
La discussione si è ampliata anche sui coefficienti di trasformazione del sistema contributivo, in effetti, si pensa di rendere tali coefficienti meno penalizzanti, in questo modo si limita la penalizzazione. La proposta prevede l’eliminazione delle soglie del 2,8 e del 1,5 che riguardano le soglie dell’assegno sociale, sia per chi accede alla pensione di vecchia a 67 anni sia per chi accedere a 64 anni di età.
Aperto anche la possibilità di inserire nuove misure o migliorare quelle esistente per le categorie fragili (disoccupati, invalidi e chi cura i familiari disabili).
L’incontro è terminato con una ventata di ottimismo, e le previsioni sono ottimistiche, si cerca di trovare un compromesso per l’uscita a 64 anni anziché a 67 anni. L’uscita con la legge Fornero, ma con una penalizzazione ridotta al 3% per ogni anno anticipato.
Al momento sembra che ci siano margini di accordo, anche se il cammino è ancora lungo.
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