In discussione nella riforma del Fisco anche la modifica delle aliquote sulla tassazione dei redditi finanziari. Vediamo quali novità potrebbero esserci.
Le legge delega della riforma del Fisco è uno dei temi più caldi che il Governo si appresta ad affrontare. Il testo è atteso nei prossimi giorni in commissione Finanze della Camera per il voto agli emendamenti finali e poi in aula a Montecitorio per il 19 aprile. Se su alcuni aspetti si sta trovando una sorta di compromesso, su altri invece non tutti gli esponenti politici sono d’accordo.
Uno dei temi più dibattuti è sicuramente il riordino delle tasse sui redditi finanziari, o meglio quei redditi derivanti dall’investimento di capitali, anche nel mercato immobiliare. Ecco come potrebbe cambiare la tassazione su questa tipologia di redditi.
Come potrebbe cambiare la tassazione sui redditi finanziari
Allo stato attuale i redditi da capitale sono tassati per cassa al lordo delle spese e sottoposti ad aliquota del 26%. Per quanto riguarda le plusvalenze immobiliari, ad oggi chi vende un immobile si vede applicata lo stesso un’imposta sostitutiva del 26%. Nella riforma fiscale allo studio si prevede un passaggio ad un sistema duale.
Stando alle indiscrezioni si potrebbe passare ad un’aliquota del 15% per i redditi derivanti dall’impiego di capitale, al 26% per quelle immobiliari.
Quindi in questo caso l’aliquota transitoria sarebbe del 11% in meno per i redditi da capitale mentre invece resterà invariata per quelli immobiliari, che restano al 26%.
La doppia aliquota potrebbe riguardare anche la cedolare secca, ovvero quel regime facoltativo che riguarda il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali. Questa potrebbe arrivare alla soglia del 23%.
Le altre novità inserite nella nuova riforma del Fisco
L’emendamento contenente le misure sui redditi da capitale si va ad aggiungere agli altri inseriti nella riforma del fisco. Ecco i più importanti:
- un regime transitorio di tassazione fissa per 2 anni per gli autonomi che hanno superato il tetto annuale dei 65.000 euro per usufruire della flat tax al 15% e per questo devono tornare al regime ordinario (aliquota non ancora indicata);
- superamento graduale dell’Irap per le società;
- cashback fiscale sulle spese sociosanitarie con rimborso del 19% che avverrà in tempi brevi anziché attendere quelli più lunghi del 730;
- estensione della semplificazione degli adempimenti in via telematica per contrastare evasione ed elusione fiscale;
- clausola per escludere ogni tipo di aumento della pressione fiscale sui contribuenti.