I tecnici del Governo sono allo studio sulla nuova Riforma fiscale che si annuncia con tantissime novità e semplificazioni, ma non mancano i dubbi e le perplessità sulle varie proposte.
Il Governo ha già stabilito dei punti fermi che intende rispettare e sono: il taglio del cuneo fiscale e la riduzione dell’IRPEF, ma studia anche la possibilità di ridurre l’IVA e la riforma del catasto.
Con la riduzione dell’IPEF, il governo ha l’obiettivo di ridurre il carico fiscale sul ceto medio, e riguarda i contribuenti che si trovano nella fascia di redditi tra i 28.000 e i 55.000 euro, attualmente su questa fascia è applicata un’aliquota del 38%. Le prime ipotesi investono questa fascia con una riduzione dell’aliquota media effettiva. Ma a bloccare tale meccanismo sono le risorse disponibili. Da quello che si evince la dote per riformare il sistema fiscale prevede un costo complessivo di 40 miliardi. Un primo punto di partenza della nuova Riforma fiscale potrebbe prevedere la riduzione dell’aliquota attuale del 38% con un cambio delle varie aliquote considerando le varie fasce di reddito.
Logicamente questo comporta maggiori risorse. Infatti, da una parte nasce il problema di come finanziare la riduzione del prelievo IRPEF e dall’altra come strutturare il prelievo. Inoltre, sempre in fase di ristrutturazione del sistema fiscale, l’alternativa potrebbe essere quella di ridurre il numero delle aliquote applicate per gli scaglioni di reddito. In effetti, passerebbero da 5 a 3 aliquote.
Un’altra ipotesi è quella di trasformare il sistema italiano come il modello tedesco, che comporta di delineare una curva continua di aliquote marginali. In effetti, si tratta di aliquote che coinciderebbero con quelle effettive, da applicare per singolo reddito. Il modello tedesco è considerato un modello efficace, per la sua flessibilità e trasparenza. Questo perché, ogni contribuente saprebbe, senza dover fare calcoli complicati ed estenuanti, quale sarebbe la sua percentuale di reddito da versare nelle casse dello Stato.
Un altro punto cruciale su cui lavorano i tecnici del Governo, riguarda il taglio del cuneo fiscale, con la cancellazione dell’IRAP per alcune categorie di lavoratori. Si tratta di abolire l’IRAP e di sostituirla con l’IRES per le grandi imprese, mentre per i professionisti, autonomi, ditte individuali e società di persone, sarà abolita definitivamente.
Infine, un’altra proposta che riguarda un argomento molto delicato è la riduzione dell’aliquota IVA del 22%, per favorire i consumi e rilanciare l’economia. Questa ipotesi è troppo penalizzante per le casse dello Stato e si cerca la scappatoia che permetterebbe di tornare indietro con le aliquote IVA. Ricordiamo che, già su molti servizi, si applica l’IVA ridotta del 10% e del 4%.
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Una riforma che da tempo è rinviata e che è spuntata in questi giorni è la Riforma del catasto. Questa riforma preoccupa molto i proprietari di immobili in quanto sarebbero penalizzati. Inoltre, si rischia di aggravare il peso fiscale su una fascia ben precisa di contribuenti.
La riforma del catasto consisterebbe in una revisione dei valori catastali che potrebbero incidere sulle rendite e quindi, potrebbero portare ad un aumento consistente delle tasse. In questo modo sia IMU che IRPEF aumenterebbero per effetto della rivalutazione delle rendite catastali, portando un incremento di introiti nelle casse dello Stato a danno dei proprietari di immobili. Anche l’OCSE tra le varie raccomandazioni, segnala la necessita di riequilibrare la tassazione sugli immobili.
Ma gli effetti che la riforma del catasto potrebbe causare sono molti e sono considerati effetti a catena. Infatti, anche l’ISEE del nucleo familiare potrebbe subire grosse modifiche con la possibile perdita delle agevolazioni.
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