La riforma del catasto 2022 porterà ad un aumento delle tasse sulla casa. La novità arriva dopo l’accordo tra Matteo Salvini, Antonio Tajani e Mario Draghi.
Pochi giorni fa il centro-destra ha strappato un accordo al premier Mario Draghi che comporterà un aumento delle tasse sulla casa. Tuttavia, la revisione dei valori catastali porterà un cambiamento al rialzo della base imponibile su cui calcolare le imposte, tra cui le IMU.
Ascoltando le dichiarazioni di Matteo Salvini e Antonio Tajani pare che qualche giorno fa siano riusciti a salvare l’Italia dalla patrimoniale sulla casa. I due, infatti, hanno siglato un accordo con il premier Mario Draghi che prevede una revisione dei valori catastali, che sono fermi ad oggi a quelli del 1989.
Tuttavia, il cambiamento comporterà un allineamento dei valori catastali rispetto agli attuali valori di mercato. In questo modo, la base imponibile su cui calcolare le imposte, tra cui l’IMU, crescerà provocando un raddoppio delle tasse.
Riforma del catasto 2022: cosa dobbiamo attenderci
La riforma del catasto è contenuta nella Delega per la riforma fiscale e potrà essere davvero compresa solo quando i suoi effetti verranno materialmente prodotti. Questa evenienza avverrà tra qualche anno, quando probabilmente non ci sarà più Mario Draghi a Palazzo Chigi. Pertanto, c’è da credergli quando dice che durante il suo Governo non cresceranno le tasse sulla casa.
Purtroppo, però, questo succederà tra qualche anno e potrebbe riguardare anche una parte di cittadini che finora ci sono disinteressati al tema, perché i proprietari di “prime case”. Con la riforma del catasto, infatti, potrebbe scattare l’allerta anche per i proprietari di “prima casa” per tre semplici motivi:
- I valori catastali di un immobile influenzano la situazione economica equivalente, ovvero l’ISEE. Con tale documento è possibile accedere ad una serie di agevolazioni e prestazioni sociali. Uno dei parametri che determinano la situazione economica di un nucleo familiare è legato ai dati catastali degli immobili di proprietà, compresa la prima casa. Più alto sarà il valore catastale, minore sarà la possibilità di ottenere le agevolazioni messe a disposizione dal Governo.
- A partire dai dati catastali si fondano i tributi sulle compravendite. Ci stiamo riferendo in particolar modo all’imposta di registro, che dipende proprio dal valore catastale dell’immobile: maggiore il valore catastale dell’immobile, maggiore sarà imposta da versare al momento dell’acquisto.
- La modifica dei valori catastali influisce direttamente sul l’IMU che attualmente non coinvolge le prime case, a meno che non siano considerate “di lusso”.
Di fatto, con la revisione dei dati catastali molto delle case che attualmente non vengono considerate “di lusso”, e dunque non sono assoggettati al pagamento dell’IMU, potrebbero entrare a far parte di questa categoria.
I tempi della riforma
Il 5 maggio 2022 è arrivato l’annuncio dell’accordo raggiunto all’interno della maggioranza. Il testo della riforma ha individuato due fasi:
- Nella prima si intende modernizzare gli strumenti di individuazione di controllo di terreni e fabbricati.
- Nella seconda si metterà a disposizione dell’Agenzia delle Entrate tutti gli strumenti utili a rilevare terreni edificabili accatastati come agricoli, immobili non censiti e immobili abusivi.
Sempre nella seconda fase saranno previsti una serie di meccanismi che permetteranno di adeguare in maniera automatica i valori patrimoniali delle rendite dei fabbricati in base alle attuali variazioni di mercato.
Secondo quanto riportato dalla UIL, le rendite catastali potrebbero credere del 128%.
Tra le città maggiormente a rischio ci sono Trento, Roma, Palermo e Milano.
In sostanza a partire dal 2026, tutte le unità immobiliari saranno caratterizzate da un valore patrimoniale e una rendita attualizzata. A questi due valori va aggiunta la attuale rendita catastale, che è già prevista nella normativa vigente.