L’annunciata riforma del catasto prevista per il 2022 ha destato non poca preoccupazione tra i contribuenti e le associazioni che si occupano di tutelarli: da Confedilizia il timore per una nuova patrimoniale.
Il Governo Draghi, per l’imminente 2022, ha previsto una riforma del catasto che sarà inserita all’interno del Decreto di delega di riforma fiscale. Lo scopo di tale riforma è quello di definire il valore degli immobili ai fini fiscali adattandoli all’attuale valore di mercato. Infatti, gli estimi su cui l’odierno sistema catastale è basato risalgono addirittura alla fine degli anni ’80.
Grazie a questa riforma, oltre agli estimi saranno indicati e attualizzati anche nuovi valori patrimoniali e di rendita. Una scelta accolta male dalla classe politica che teme un secondo fine celato in questa proposta.
L’allarme è stato lanciato da Confedilizia, associazione a tutela dei contribuenti, che ha manifestato il proprio timore per l’imposizione di una nuova patrimoniale celata dalla riforma del catasto. Facciamo un po’ di luce su questa questione.
L’associazione Confedilizia ha espresso non poche perplessità in merito all’imminente riforma del catasto prevista per il 2022. Il timore diffuso è relativo all’utilizzo di tale riforma per l’imposizione di nuove e ulteriori tasse sugli immobili.
Infatti, l’aggiornamento degli estimi e il conseguente aumento dei valori finali delle rendite porterebbero, automaticamente, all’aumento di imposte come l’Imu relativa alla seconda casa. L’attuale importo, infatti, non corrisponderebbe più a realtà in quanto basato ancora su rendite catastali non attuali e quindi molto più basse del corrente valore.
Dal Governo, al contrario, è arrivata una dichiarazione che smentisce tale timore: ecco cosa è stato detto.
Su questa questione abbastanza spinosa ha fatto un po’ di chiarezza Maria Cecilia Guerra, Sottosegretario all’Economia. Il Sottosegretario si è espresso sul l’aggiornamento degli estimi catastali chiarendo l’intenzione delle Istituzioni di non apportare nessun cambiamento per quanto riguarda le prime case: tale riforma, infatti, riguarderà solo coloro che possiedono una seconda o una terza casa.
In particolare, il Governo ha garantito che non vi sarà nessun aumento del prelievo.
L’aumento delle tasse, dunque, non riguarderà una patrimoniale nascosta ma sarà una semplice conseguenza dell’aggiornamento degli estimi catastali al valore attuale. Addirittura, coloro che possiedono una casa che, a causa dei cambiamenti sociali e dell’abbandono della zona abitata, abbia perso valore, si ritroveranno a pagare di meno.
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