Una strategia per adattarsi al mutare delle condizioni economiche è ricalibrare le strategie di trading all’inflazione, adottando diverse tattiche.
È risaputo come l’inflazione impatti direttamente sui mercati finanziari, influenzando il potere d’acquisto, i tassi d’interesse, i costi operativi e le aspettative degli investitori. Un trader può mettere in campo diverse strategie per reagire in un contesto inflazionistico, ricalibrandole a seconda della situazione. Una mossa intelligente è per esempio quella di investire in asset che beneficiano l’inflazione e quindi: materie prime (commodities), immobili (i valori delle proprietà aumentano nel tempo) e i TIPS (Treasury Inflation-Protected Securities.
I più saranno a conoscenza del fatto che innanzitutto l’inflazione tende a far aumentare i prezzi delle materie prime (oro, argento, petrolio, metalli industriali), il che fa di questi asset dei beni rifugio nei momenti più complicati. I redditi da locazione, inoltre, possono essere adattati così da tenere il passo con l’andamento dell’inflazione. E ancora: fondamentali le obbligazioni indicizzate all’inflazione, che proteggono il capitale da un aumento dei prezzi, visto che il valore nominale non fa altro che adattarsi al trend inflazionistico.
Oltre a quelle sopraccitate, di tattiche utili per ribilanciare le strategie di trading all’inflazione ne esistono altre. Ad esempio puntare sui settori difensivi, come quello sanitario, che nei momenti peggiori tendono a performare meglio, e sulle aziende con pricing power, che riescono ad aumentare i prezzi senza però perdere clienti (di solito sono marchi forti); meglio andare cauti invece sui settori ciclici, come l’automotive o i beni durevoli, che invece spesso soffrono l’aumento dei costi.
Adattarsi alle politiche monetarie, revisionando la durata delle obbligazioni (concentrandosi sulle obbligazioni a breve termine), e utilizzare strategie di copertura (investire in futures e contratti swap) per proteggersi dai tassi di interesse crescenti. Occhi sempre puntati sulle azioni ad alto dividendo, che offrono rendimenti più stabili rispetto ai guadagni da apprezzamento del capitale; in parallelo accompagnare con strategie quali la rotazione settoriale o l’acquisto di obbligazioni legate all’inflazione o fondi indicizzati in aree specifiche.
Monitorare i dati inflazionistici rimane cruciale, soprattutto indicatori economici come l’Indice dei Prezzi al Consumo e le politiche fiscali e monetarie (che influenzano, per forza di cose, il comportamento dei mercati; politiche espansive possono portare a un’inflazione più alta). Senza dimenticare di gestire con attenzione il rischio, tramite la diversificazione del portafoglio, e l’utilizzo di stop loss (limiti di perdita).
In ogni caso sarà meglio implementare strategie di trading a breve termine, capitalizzando sulle tendenze estemporanee, oppure buttarsi in operazioni di scalping, approfittando delle oscillazioni di mercato per guadagni rapidi. Infine, è altrettanto consigliabile: investire in valute forti (il dollaro USA o il franco svizzero), in aziende che abbracciano pratiche sostenibili (a livello ambientale, sociale e di governance) e tenere d’occhio il proprio portafoglio, apportando aggiustamenti costanti.
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