Quanto sarà percepito da una persona rimasta vedova, di reversibilità INPS: di cosa si tratta e i particolari a tal riguardo
Quando si trattano argomenti che hanno a che fare a diversi livelli con aspetti economici, comprensibilmente l’attenzione di molti risulta essere molto alta, poiché tanti sono i particolari, le curiosità e i dettagli da approfondire: ecco alcuni aspetti a proposito della reversibilità INPS e quanto spetta alla persona rimasta vedova del coniuge che percepiva pensione.
Ad occuparsi di tale tema è Proieziodiborsa.it che, all’intento del proprio focus, tratta il tema rispetto ad una persona rimasta vedova il cui marito prendeva una pensione netta pari ad euro 1100.
Talvolta, l’unica entrata fissa all’interno di una famiglia dipende da un solo stipendio o da un solo trattamento pensionistico; dunque potrebbero esserci e sopraggiungere difficoltà economiche nel caso in cui purtroppo morisse il titolare della pensione.
Nei confronti dei coniugi superstiti l’INPS eroga assegni mensili il cui ammontare varia e dipende a seconda di alcune variabili. In primo luogo l’importo del trattamento risulta essere minore nel caso in cui, ad esempio, la vedova lavori oppure già percepisca un trattamento pensionistico. Riduzioni infatti sono previsti nei casi in cui vi sia produzione di redditi da lavoro o beneficio di trattamenti previdenziali.
Le decurtazione è il relativo calo è maggiore in proporzione alla situazione reddituale complessiva.
Pensione: quando e come può andarci chi è nato negli anni ’50
Una tematica dunque, come detto, di grande importanza e rilevanza, quella inerente alla reversibilità INPS e al relativo ammontare che potrebbe essere percepito dal coniuge superstite, dalla persona rimasta vedova ad esempio del marito che percepiva una pensione netta di euro 1100, così come nel caso – esempio sui cui si sofferma Proiezionidiborsa.it.
Una delle caratteristiche relative all’importo dell’eventuale assegno dipende anche dall’importo inerente gli assegni pensionistici del titolare defunto: così come, si legge, in un eventuale calcolo della percentuale che spetta bisogna tenere conto anche della presenza eventuale dei figli fiscalmente a carico. In quest’ultimo caso infatti, il genitore rimasto vedovo e che deve provvedere al mantenimento del figlio o dei figli ha diritto ad spettanze maggiori, sebbene vadano tenute in considerazione specifici requisiti anagrafici oppure nel caso in cui vi siano iscrizioni a corsi di studio universitario o specializzazione, si legge su Proiezionidiborsa.it
Restando nell’ambito dei figli, viene spiegato che non vi sono limite di età nel caso in cui quest’ultimo sia inabile al lavoro, e viene menzionato in tal senso il Decreto legislativo n.31/2008. Si legge che nel caso cui tra gli aventi diritto oltre al coniuge vi siano anche i figli, l’assegno previdenziale in questione risulta esser più alto; un figlio a carico darebbe diritto, viene spiegato, ad una percentuale pari all’80%.
Nel caso dunque di una pensione netta percepita dal coniuge scomparso pari ad euro 1100, la persona risposta vedova con un figlio percepirà all’incirca 880 euro; nel caso di due o più figli, l’importo sarebbe pari ad euro 1100, poiché non andrebbero ad applicarsi riduzione se nel nucleo sono presenti 2 o un numero maggiore di figli. In assenza di figli, la percentuale spettante alla persona rimasta vedova cala al 60%. Dunque, in quest’ultimo caso, l’importo sarebbe pari a circa 660 euro.
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Ad ogni modo e a prescindere da tutto, è opportuno ed importante che ciascuno approfondisca il tema e si confronti con gli esperti del campo e gli specialisti del settore, così da informarsi su ogni eventuale dettaglio, requisito, condizione e su tutti i particolari da conoscere tanto in generale quanto nel particolare di una propria eventuale situazione, così da chiarire ogni possibile dubbio al riguardo.
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