Anche ad aprile continuano a salire i rendimenti sui titoli di Stato, mentre sui mercati finanziari permangono le grandi incognite circa il futuro dell’eurozona.
Durante la seduta di oggi, per esempio, il rendimento del BTP a 10 anni ha superato 2,6%. Un profitto relativamente interessante in grado di compensare il portafoglio di chi cerca nuove opportunità di investimento mitigando i rischi.
Opportunità e rischio sono tuttavia relativi agli obbiettivi finanziari e alla capacità di entrare ma soprattutto uscire dal mercato con il giusto tempismo. Nel caso dei titoli a reddito fisso come le obbligazioni il discorso diviene relativamente più semplice. Il guadagno è preventivato alla sottoscrizione tranne nel caso si venda il titolo prima della sua scadenza. L’investitore a questo punto si domanda se il prezzo di sottoscrizione attuale può essere compensato dai rendimenti delle cedole e da eventuali nuovi incrementi futuri di queste due variabili.
l’affare sul reddito fisso avviene soprattutto quando i tassi di interesse ufficiali raggiungono il loro massimo e il rischio di mercato è associato alla fragilità economica dell’emittente. Una delle attuali cause di rischio è l’inflazione che può venire corretta da politiche monetarie restrittive. Tuttavia entrambi questi fattori, nello scenario di debolezza attuale dell’Italia, sono in grado di aumentare sul breve termine i tassi di interesse.
Rendimento del BTP decennale ai massimi da maggio 2019
Dati i rischi a cui sono esposte le finanze pubbliche, in particolar modo quelle italiane è consigliabile detenere una posizione con una duration breve nell’obbligazionario europeo. Secondo le stime fatte da JP Morgan gli investimenti aperti sui titoli di Stato, a livello globale, sono pari al 18%, segnando il livello più basso dal 2008.
I flussi di capitale in uscita dai titoli obbligazionari dovrebbero comunque rientrare statisticamente entro un trimestre. Nel frattempo, il risparmiatore deve evitare di rischiare, ponderando la solvibilità del debitore per evitare di vedere rivalutato in perdita il suo credito, rappresentato dall’obbligazione. È difficile dire se l’inflazione è arrivata ai massimi per quest’anno. Gli interventi della BCE atti a ridurla sono già stati calendarizzati a giugno. Tuttavia lo scenario bellico può presentare nuove sorprese soprattutto in relazione agli effetti di un embargo di gas e petrolio. Secondo Bankitalia, nel 2022 essa dovrebbe oscillare tra il 4% e l’8% nello scenario peggiore.
Ma quale è il rendimento reale del BTP decennale? Al tasso lordo del 2,605% vanno tolte le imposte pari 12,5%, le commissioni, il prezzo di ingresso se superiore alla pari e l’inflazione media 2022 ipotizzata al 4,5%. Capiamo subito che nonostante gli interessi elevati, il rendimento reale sarebbe negativo.