I rendimenti dei BTP sono saliti ai massimi da un decennio sempre più coinvolti da una situazione di incertezza sistemica.
Questa settimana Il BTp a 10 anni ha raggiunto un rendimento netto del 4,5%, tra le principali cause la situazione nel Regno Unito e sul fronte russo.
Quali sono gli eventi di questa settimana da monitorare? A cominciare da mercoledì ci sarà la riunione dell’Opec+ che considerando il calo del prezzo del petrolio potrà decidere per un ulteriore riduzione della produzione. È possibile assistere nel frattempo a un trend laterale con l’Azionario che invece si prepara gli attesi dati sull’inflazione Usa di ottobre previsti invece tra due settimane.
Non solo BTP ma oggi anche il rendimento dei Titoli di Stato USA a 10 anni sono arrivati a un rendimento del 3,8%, quello sui Bund tedeschi al 2,1%. Prosegue sul fronte valutario la predominanza del Dollaro, che potrà indebolirsi in modo marcato solamente quando la Fed inizierà ad arrestare il rialzo dei tassi.
La Russia azzera i flussi di Gas e sale il rendimento dei BTP
Nel frattempo, in Italia la situazione rimane tesa seppure sotto controllo. La Russia ha intanto azzerato i flussi di gas per l’impossibilità di trasportarlo attraverso l’Austria. “Gazprom ha comunicato a Eni di non poter confermare la consegna dei volumi di gas richiesti per oggi e pertanto i flussi di gas russo destinati a Eni attraverso il punto di ingresso di Tarvisio saranno nulli.
Mentre il rischio di credito delle nazioni dell’Europa aumenta in modo tendenziale si inverte la curva dei rendimenti tra i titoli a 10 e 30 anni italiani. Chi investe infatti sul BTP a 10 anni si porta a casa una cedola annua del 2,50% lordo, pari al 2,19% netto, esclusa l’inflazione. Considerando la quotazione del titolo cioè di poco più di 84 centesimi, il rendimento effettivo sale al 2,60%. Il BTp a 30 anni in scadenza nel settembre 2052 offre invece una cedola lorda del 2,15%, pari all’1,88% netto. Tuttavia, rispetto al prezzo di acquisto pari a meno di 64 centesimi, venerdì il BTP rendeva il 2,95%.
L’obbiettivo sul lungo termine rimane quello di compensare l’inflazione e recuperare il valore della quotazione; questa dovrebbe tornare ad aumentare con il ritorno di una tendenza positiva sul piano economico, con un nuovo scenario internazionale e la conclusione degli aumenti dei tassi di interesse.
L’ultimo evento da segnalare sul fronte obbligazionario è il piano di riduzione del bilancio da 80 miliardi di sterline all’anno del Regno Unito e le vendite contestuali dei titoli di Stato che inizieranno a partire dal 31 ottobre. Per effetto di ciò il rendimento a 10 anni è crollato dal 4,57% a un minimo del 3,95%. A rendere volatile il mercato il ricorso al debito da parte del nuovo governo conservatore per circa 230 miliardi di sterline, finalizzati a sostenere famiglie e imprese e ridurre le imposte di 45 miliardi tra il 2025/2026.