La scorsa settimana, il consiglio direttivo della BCE ha varato il suo nuovo programma di acquisto di bond, denominato TPI.
Il TPI è un meccanismo di protezione della politica monetaria divenuto popolare con il nome di scudo anti spread.
Lo strumento ampiamente annunciato dalla commissione dovrebbe fungere come un sistema che protegga il debito pubblico dalle variazioni disordinate dello spread. Uno strumento eccezionale per situazioni eccezionali, da utilizzare però senza una regola chiara e a tutta discrezione delle scelte della BCE.
Questo meccanismo serve in concreto a fare in modo che la politica monetaria non subisca rallentamenti o variazioni da uno Stato all’altro a causa della diversa percezione della solvibilità dei Titoli sovrani. La differenza tra i debiti degli Stati membri crea quella disparità che mette a rischio l’eurozona dalla frammentazione finanziaria.
Per noi italiani in questo momento l’esigenza è divenuta ancora più pressante a causa della crisi di governo. I titoli del nostro debito pubblico sono esposti alla speculazione, ma lo scudo anti-spread è un sistema che riserva, soprattutto in questi casi, condizioni impegnative per essere impiegato.
La prima linea di difesa, continua a essere costituita dalla flessibilità nella politica di rinnovo dei titoli in scadenza del Pepp entro la fine del 2024. Per capire meglio come funziona il TPI i proventi derivanti dal rimborso di un titolo del debito pubblico di un altro Paese membro, ad esempio la Germania, potranno essere usati dalla BCE per acquistare un Btp, contribuendo così a contenere lo spread Btp-Bund.
La stessa manovra funziona al contrario nel caso, oggi improbabile, che siano i titoli della Germania ad avere un rendimento eccessivo. In sintesi, questo strumento permetterà al Consiglio direttivo di avviare acquisti dei titoli di debito pubblico di un paese finanziandosi attraverso la vendita dei titoli di un altro membro dell’eurozona.
Nonostante le buone intenzioni, la vaghezza dell’attivazione significa che i mercati non possono testare esplicitamente lo strumento; non c’è modo di comprenderne e scontarne in anticipo l’impatto sul fronte finanziario. Anche per questo motivo l’annuncio della BCE lascia al momento un po’ il tempo che trova.
Uno degli elementi sorprendenti è che la Bce cercherà di compensare gli acquisti con una sorta di sterilizzazione per garantire che l’intervento non interferisca con l’impostazione della politica monetaria. In concreto viene controllata la liquidità e la dimensione aggregata del portafoglio titoli.
L’intervento sarà il più possibile controllato in modo da evitare ogni volatilità di tipo speculativo. La banca centrale controllerà una serie di rigide condizioni prima di intervenire.
Le prospettive che si aprono adesso, con una campagna elettorale convulsa e la possibilità concreta dell’assenza di una maggioranza sono in senso finanziario poco tranquillizzanti.
Il TPI risulta infine un sistema in grado di contribuire alla stabilità finanziaria senza che questa alteri gli equilibri politici. Oltre a questo, la BCE ha voluto assicurarsi che a ricevere gli aiuti non siano i paesi che presentano già un grave squilibrio in grado di giustificare gli interventi stessi. La sostenibilità dell’intervento sarà valutata da Commissione Europea, Meccanismo Europeo di Stabilità e Fondo Monetario Internazionale. Un sistema sicuramente difficile da piegare ai bisogni soggettivi degli Stati membri e alla loro influenza politica.
Per avere una politica monetaria unica non basta avere una unica banca centrale. Servono politiche finanziarie e condizioni monetarie comuni e bilanciate. La BCE e i legislatori devono rendere bilanciati il più possibile le economie dei diversi Paesi. Non a caso il nuovo meccanismo anti-spread si chiama “Transmission Protection Instrument”. È un sistema di protezione della trasmissione della politica monetaria che prende il posto del Quantitative Easing più consono alla fase espansiva oggi interrotta dall’aumento dei tassi di interesse.
Oggi il bilancio della BCE, la varietà e il bilanciamento del suo portafoglio, può essere utilizzato in modo mirato per garantire l’uniformità delle condizioni monetarie.
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