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Criptovalute

Criptovalute: la strategia degli exchange per incrementare il loro business

In assenza di regole in ambito internazionale, rimane aperta la questione della legittimazione degli exchange di criptovalute da parte del settore finanziario tradizionale, che lungi dall’essere limitante, rende queste realtà vittima ancora oggi della speculazione e della diffidenza.

Dal 1° luglio uno dei più grandi e importanti exchange al mondo, Binance, è stato costretto a interrompere le sue attività nel mercato del Regno Unito. Nonostante questo, l’exchange fondato nel 2017 e guidato da Changpeng Zhao, sembra avere per ora tutte le carte in regola per continuare a trarre profitto dal mercato delle criptovalute.

I motivi sono molteplici e fanno capo a un fenomeno che pone le sue radici nell’avversione al rischio e all’incertezza, che un regolamento, a prescindere dalla sua natura, è in grado di eliminare stabilendo limiti e possibilità definite entro i quali le realtà economiche come quelle del mercato delle criptovalute sono costrette a operare.

Perché Binance, Gemini, Kraken, Coinbase vogliono essere regolamentati

Proprio Binance.com che ha attualmente un volume di scambi maggiore degli otto exchange più capitalizzati, pari a 14 miliardi di dollari al giorno, si dice disposta a collaborare con i legislatori internazionali. Per voce dei suoi responsabili fa sapere che la società prende molto sul serio i propri obblighi legali e continuerà a investire al fine di agevolare il processo di conformità. L’obiettivo è includere nelle proprie attività l’implementazione di sistemi atti a rilevare operazioni associabili al riciclaggio di denaro, con l’assunzione straordinaria di ex funzionari governativi, al fine di guidare l’azienda per mezzo della loro esperienza nel settore.

Lo stesso vale per Gemini, uno dei primi exchange a essere regolamentato a offrire servizi di scambio e conversione di criptovalute. Fondato nel 2014 e regolato dal Dipartimento per i servizi finanziari dello Stato di New York, ha visto nel tempo la crescita e lo sviluppo del mercato delle criptovalute, con la seguente emersione di competitori come Coinbase, Kraken, Bittrex, tutti regolati dalle autorità finanziarie USA. Questo ha fatto in modo che la competizione si spostasse dalla clientela e dai volumi di trading alla capacità di superare i controlli e le verifiche sulle transazioni, che all’interno delle piattaforme possono essere associate a illeciti quali ad esempio il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale.

Le autorità USA hanno inoltre espresso preoccupazione circa la possibilità che le criptovalute, a causa del relativo anonimato o l’assenza di adeguati controllo negli exchange, siano utilizzate per transazioni illegali, come il pagamento di partite di droga oppure l’acquisto illegale di armi. Sembra quindi che maggiori siano le preoccupazioni dei legislatori e le conseguenti misure atte a delineare la natura degli exchange, maggiori sono le pressioni affinché queste possano riuscire ad accreditarsi all’interno del circuito finanziario tradizionale amplificando di fatto il loro giro d’affari.

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La spinta data dai legislatori ha permesso a Coinbase di quotarsi in borsa

Non è un caso che Coinbase, proprio dopo avere ricevuto gli scrutini da parte delle autorità finanziarie, che hanno dato conferma della sua conformità dal punto di vista legale, ha avuto la strada aperta per quotarsi in borsa. Lo stesso sta accadendo per Kraken che è riuscita a ottenere lo statuto di banca nello Stato del Wyoming e si prepara ad accrescere la sua esposizione nel settore finanziario tradizionale quotandosi in borsa. Coinbase, pioniere nelle criptovalute, nata quando Bitcoin valeva dieci dollari, è un exchange fondato nel 2012, uno dei primi siti in quegli anni totalmente dedicato all’offerta di un servizio di cambio valutario sulle criptovalute. Sembra che siano proprio queste nuove realtà finanziare nate per sfidare il mercato e le istituzioni tradizionali, a chiedere a gran voce di partecipare alle regole che in primo luogo avrebbero potuto eludere, evitando di subirne sul lungo termine gli effetti collaterali.

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A questo proposito Gemini risulta uno dei pochissimi servizi che nonostante la sua popolarità non ha mai rivelato vulnerabilità di tipo informatico. Questo exchange ha portato avanti la creazione della Virtual Commodity Association, con l’obbiettivo di prevenire le frodi informatiche, i comportamenti atti a manipolare il mercato e le pratiche in grado di violare la legislazione e il regolamenti.

In questo modo gli exchange come Gemini, Coinbase, Kraken puntano a estendere la loro quota di mercato a livello globale e facilitare l’accesso ai loro servizi alle istituzioni e agli investitori tradizionali. Questi exchange hanno attualmente un giro d’affari importantissimo, Gemini vale attualmente 4,1 miliardi di dollari, Coinbase più di 50 miliardi, mentre Kraken circa 20 miliardi.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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