Una nuova misura a favore di chi subisce violenza, a sostegno di chi spesso non ha altra strada che l’appoggio dello Stato.
Una misura tutta nuova, un provvedimento che sembra indirizzare le istituzioni verso un percorso completamente nuovo e finalmente consono a quello che dovrebbe essere il ruolo di certi enti nel momento in cui si verificano determinate situazioni di forte disagio. Il “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”, è di fatto già operativo ed è stato istituito per rendere più agevoli quei percorsi di autonomia ed emancipazione che spesso le donne vittime di violenza sono costrette loro malgrado ad intraprendere.
Riconquistare il maltorto, riprendersi la propria vita, lasciarsi indietro tutto ciò che si è subito, fisicamente e soprattutto psicologicamente. Il compenso previsto di 400 euro mensili per il periodo massimo di un anno si rende indispensabile. Per dare una mano, contribuire ad un momento di riassestamento se cosi può essere definito. Il momento in cui si riprende per mano la propria vita e si sceglie di voler continuare a vivere in un certo modo, non più da vittima, ma consapevole che tutt’altra esistenza può e deve essere condotta.
Cosi come anticipato, un contributo di 400 euro per massimo 1 anno per dare una possibilità a chi deve ricominciare a vivere a chi deve mettere da parte ogni trascorso e ridarsi una opportunità. Il Governo, lo Stato, in questo senso sono dalla parte di queste donne, sostenendole e fare in modo che sia avvertita la presenza delle istituzioni accanto a loro. La circolare numero 166/2021 spiega nei minimi dettagli come candidarsi al tipo specifico di misura. Tutte le indicazioni possibili saranno fornite alla diretta interessata attraverso i canali preposti. La piattaforma Inps, ad esempio con le sue circolari e messaggi.
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Le donne interessate dovranno compilare un modulo rilasciato dallo stesso Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale che si può reperire tranquillamente all’interno della stessa circolare 166/2021 presso la piattaforma dell’Ente. A quel punto sarà necessario dichiarare le proprie condizioni di necessità. Inoltre, nello stesso tempo, il centro antiviolenza presso cui la donna in questione viene seguita dovrà presentare in merito una propria dichiarazione. Il Comune di riferimento, successivamente si occuperà di inviare le domande pervenute presso i propri sportelli. A quel punto si dovrà attendere la risposta della stessa Inps e si potrà considerare accettata la richiesta inviata.
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