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Reddito di Cittadinanza sul tavolo del governo: ecco come dovrebbe cambiare

E’ una misura che ha fatto da subito discutere, cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle, il Reddito di Cittadinanza è sempre nell’occhio del ciclone. Vediamo come potrebbe cambiare nei prossimi mesi.

 

Il Reddito di Cittadinanza, tanto amato, tanto odiato, è molto spesso fra i temi in agenda prima del Governo Conte ora dell’esecutivo a guida Draghi. E in effetti sono molti i temi di cui si sta discutendo in vista della revisione di questa forma di assistenza che da un lato si è rivelata fondamentale per molte famiglie in tempo di pandemia da Covid 19, ma dall’altro ha visto molti casi di abuso da parte di chi in realtà non avrebbe avuto i requisiti legali per ottenerla.

Il Reddito di cittadinanza, come molti sanno, è un contributo economico che viene erogato ai cittadini attraverso la Carta Reddito di Cittadinanza. Questa è stata definita dalla precedente Legge di Bilancio come una “misura unica di contrasto alla povertà alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, della libera scelta del lavoro” (articolo 1 del decreto 4/2019).

Il Governo sta studiando per fare in modo che la misura non colpisca le famiglie numerose come è accaduto fino ad oggi e quelle che vivono nelle grandi città del Nord che, secondo i parametri  dell’Istat, a parità di reddito sono di fatto più povere di quelle che vivono magari in qualche piccolo paesino del Mezzogiorno per effetto del diverso costo della vita delle due macro aree.

Ecco come potrebbe cambiare il Reddito di Cittadinanza

Sono questi i temi in discussione per modificare questo tipo di paracadute sociale: maggiore attenzione al territorio per quanto riguarda il peso dell’affitto sul sussidio, cambiamento della scala di equivalenza facendo valere di più la presenza dei minori in una famiglia, regole sulla prova dei mezzi per ottenere il reddito di cittadinanza.

Ad oggi non ci sono percorsi definiti, ma il Comitato scientifico, che è presieduto dalla prof.ssa Chiara Saraceno, sta lavorando sul lato del sussidio piuttosto che su quella sulle politiche attive che dovranno essere presentate entro la prima metà di ottobre per essere esaminate dalla politica.

Si stanno quantificando inoltre i costi se si dovesse parlare di eliminare la pausa di 3 mesi oggi prevista ora dopo 18 mesi che si usufruisce del reddito. Si potrebbe pensare di eliminare la pausa per le famiglie con minori. Ad oggi di questa misura ne hanno beneficiato per lo più i single (il 44 per cento del plateau), le famiglie numerose, quelle dai 5 componenti in su, rappresentano solo il 7,7 per cento degli assistiti. Nei numeri, a luglio di quest’anno hanno ricevuto il reddito di cittadinanza 610.683 famiglie di una sola persona e 106.783 con almeno 5 componenti.

Facciamo un esempio di ipotesi di modifica

I criteri per avere il sussidio assegnano un valore pari ad uno al 1° componente, un valore di 0,4 agli altri maggiorenni  e un valore di solo 0,2 ai minorenni. Tra le idee per modificare questa situazione c’è quella di innalzare lo 0,2 dei minore e questo dovrebbe far crescere la platea delle famiglie numerose che potrebbero accedere al reddito di cittadinanza. Facciamo un esempio: oggi per ottenere il reddito è necessario un reddito inferiore ai 6mila euro lse si è da soli e a 10.800 euro (a meno che non si viva in affitto) se la famiglia è una coppia con 2 figli minorenni.

Se si innalzasse, come sopra detto, dallo 0,2 allo 0,3 il coefficiente per i minorenni, il limite per avere accesso al sussidio diventerebbe di 12mila euro. La discussione inoltre verte anche sulle differenze territoriali in rapporto quindi al costo della vita. Al riguardo si potrebbe pensare a un valore differente della parte del reddito legata all’affitto a secondo del luogo di residenza. Si potrebbe rivedere anche quella parte in cui bisogna provare  i mezzi economici a disposizione per ottenere il beneficio limitandola all’Isee, documento che già evidenzia la valutazione del reddito e del patrimonio.

Una discussione politica molto accesa…

Si sta parlando anche sul requisito di residenza degli extracomunitari diminuendolo da 10 a 5 anni, ma su questo particolare tema è facile immaginare una intensa battaglia politica fra Sinistra e Destra. Già Matteo Renzi,  leader maximo di Italia Viva, ha annunciato la presentazione di un referendum per abrogare del tutto il reddito di cittadinanza per poter dirottare le risorse alla creazione di posti di lavoro (negli ultimi 4 mesi la spesa si è stabilizzata sui 750 milioni di euro mensili). Di tutt’altro avviso ovviamente il Movimento Cinque Stelle che difende strenuamente quella ha rappresentato l’intervento simbolo del primo Governo di Giuseppe Conte.

A proposito, la ricarica delle card utilizzate per il sussidio in questione avverrà a partire dal 27 settembre per il sussidio relativo ad ottobre.

 

 

Fabrizio Lodi

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