Reddito di cittadinanza e lavoro: attenzione alla nuove soglie, per non perdere lo status di disoccupato

Reddito di cittadinanza e lavoro possono coesistere, senza far perdere lo status di disoccupato al beneficiario. Ecco in quali casi.

Chi percepisce il reddito di cittadinanza deve essere disoccupato, ovvero non avere uno stipendio/ un’entrata fissa. Inoltre, l’erogazione del sussidio prevede la presenza di specifici requisiti reddituali e patrimoniali.

Reddito di cittadinanza e lavoro
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Dopotutto, il reddito di cittadinanza è un sussidio che è stato introdotto proprio per offrire un sostegno economico a coloro che momentaneamente sono privi di un’occupazione.

Tuttavia, esistono specifiche condizioni che permettono al beneficiario del reddito di cittadinanza di non perdere lo status di disoccupato, pure percependo un’entrata.

Di fatto, il Ministero del Lavoro ha comunicato, tramite un’apposita circolare, l’aggiornamento delle soglie di reddito da rispettare per accedere al diritto al reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza e lavoro: quali sono le entrate ammesse dalla normativa

Il reddito di cittadinanza è un sussidio indirizzato a coloro che sono in possesso di determinati requisiti reddituali e patrimoniali.

Lo scopo del sussidio è quello di offrire un’entrata sicura ai cittadini che sono momentaneamente disoccupati. Per questo motivo, contemporaneamente all’erogazione del sussidio, al soggetto vengono proposti dei possibili sbocchi lavorativi.

Tuttavia, con l’introduzione della nuova soglia di reddito 2022, per il lavoro autonomo, il percettore di reddito di cittadinanza può conservare lo status di disoccupato con entrate fino ad un tetto massimo di €5500.

Per il lavoro dipendente, invece, la soglia relativa alle entrate che non fanno perdere lo status di disoccupato al beneficiario del reddito di cittadinanza è fissata a €8174. Rientrano in questa categoria anche i contratti di lavoro intermittente.

Esonero dei percorsi di ricollocazione: i requisiti

Secondo quanto stabilito dalla normativa, i requisiti per l’esonero dai percorsi di ricollocazione, che permettono di lavorare e percepire contemporaneamente il reddito di cittadinanza, devono rispettare le soglie sopra indicate ma anche quelle relativi al numero di ore di lavoro settimanale.

Di fatto, il lavoratore che percepisce anche l’Rdc, deve lavorare per più di 20 ore a settimana (considerando solo il tempo utilizzato per l’attività lavorativa). A tale cifra andrà aggiunto il tempo necessario per raggiungere il luogo di lavoro. In tal caso, le ore settimanali devono essere superiori a 25.

Il problema del lavoro stagionale

Molti datori di lavoro si lamentano di non riuscire a trovare i lavoratori stagionali, a causa del reddito di cittadinanza. L’allarme lanciato parlerebbe di oltre 300 mila posti di lavoro vacanti per la stagione estiva.

Su tale argomento è intervenuto il Ministro del lavoro, Andrea Orlando che ha reso noto l’intenzione di apportare delle modifiche che permetteranno di superare il problema.

Pare, infatti, che si starebbe lavorando alla formulazione di una norma che sia in grado di superare l’attuale meccanismo del cumulo parziale tra reddito di cittadinanza e lavoro stagionale.

Difatti, attualmente il reddito da lavoro pesa per il 80%. In sostanza, per un aumento di €100 l’ammontare del sussidio diminuisce di €80.

L’ipotesi avanzata dal Ministro del lavoro, dell’Economia e della finanza e del turismo sarebbe quella di mantenere una parte del sussidio in misura maggiore, rispetto a quanto previsto per i percettori che iniziano un nuovo lavoro stagionale.

In sostanza si potrebbe arrivare ad un taglio dell’assegno di cittadinanza del 70%, rispetto al 80% attuale.

Inizialmente, il Ministro del turismo, Massimo Garavaglia, si era addirittura spinto oltre, parlando di una soglia del 50%.

Per il momento si tratta solo di indiscrezioni, ma non si sa ancora nulla di certo su questi possibili cambiamenti che darebbero una grossa mano al mondo del lavoro.

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