Reddito di base europeo: forse non è più soltanto un sogno

Perché si parla di Reddito di base europeo, di cosa si tratta e quali le differenze col Reddito di Cittadinanza: dettagli al riguardo

Di tanto in tanto e a più riprese nel corso del tempo, si sente parlare del reddito di base europeo, un argomento che torna alla ribalta a maggior ragione in un periodo tanto complicato per i cittadini italiani, europei e non solo: ma di cosa si tratta e cosa bisogna sapere al riguardo? Ecco alcuni dettagli.

Reddito di base europeo: perché se ne parla tanto e differenze con RdC
Euro, Europa (fonte foto: Adobe Stock)

Un periodo complicato, quello vissuto dai cittadini, con la pandemia da Covid-19, le difficoltà economiche, il caro bollette, tra le varie cause che portano alla proposta delle introduzione del reddito di base, che sarebbe deistaniato a tutti i cittadini, senza la necessità di presentazione dell’ISEE.

A parlarne nel proprio approfondimento è Trend-online.com, che ne analizza e approfondisce alcuni punti, focalizzandosi sul come potrebbe funzionare e altri dettagli al riguardo. È da tempo che si parla di una proposta in tal senso, con la spinta che proviene dall’Europa, e di cui se ne parla anche in Commissione, circa una misura che si rivolgerebbe a tutti i cittadini al di là dell’età, del genere, della nazionalità.

Si tratterebbe di un suddito che sarebbe erogato, si legge, su base individuale e senza limiti di redditodistinzione sessuale, anagrafica o lavorativa, fondato su alcuni pilastri quali universalità, individualità, incondizionalità, sufficienza.

Da anni se ne parla ma l’interesse verso tale ipotetica misura è sempre crescente, e nonostante ciò non tutti sanno di cosa si parla quando si tocca tale argomento.

Reddito di base europeo: di cosa si tratta, come funzionerebbe e perché se ne parla

La base di partenza di tale idea vedrebbe l’erogazione di un reddito a sostegno di tutti gli esseri umani, al di là delle condizioni in cui ciascuno si troverebbe. Le radici dell’idea risiedono nel contrasto delle disuguaglianze sociale e nella riduzione del divario tra ricchi e poveri. Gli obiettivi sono legati alla necessità di dare dignità ed uno standard di vita dignitosa a tutti, ma non va esclusa anche la paura del futuro, con l’automazione e la digitalizzazione che potrebbero, a detta di molti, avere un forte impatto sul mondo del lavoro.

Vi sono stati nel tempo diversi ostacoli circa le discussioni sul tema, in particolare modo in relazione alla questione economica, poiché si tratterebbe di una misura costosa ma che, al medesimo tempo, potrebbe beneficio e aiuterebbe a superare crisi e differenze economiche.

Perché si parla tanto del Reddito di base europeo? In primo luogo, tale concetto si rafforza in virtù delle tante paure, delle difficoltà e delle insicurezze di ciascun sistema economico; basti pensare al periodo recente, alla pandemia da Covid-19, ma anche al periodo di rincari, di aumenti dei prezzi, del caro bollette. Senza dimenticare l’inflazione galoppante e la paura delle conseguenze sul mondo del lavoro dell’automazione.

Sono in molti ad attendersi, nel prossimo futuro, un avanzamento tecnologico importante con la robotica che potrebbe sostituire via via il lavoro umano, portando alla ipotetica scomparsa di molte professioni oggi svolte dagli essere umani, spiega Trend-online.com

Non vanno poi dimenticate le condizioni di difficoltà e precarietà economiche vissute da molti cittadini europei, una questione che va al di là, dunque, dei singoli Stati.

Reddito di base europeo, Reddito di Cittadinanza e Reddito di emergenza: punti di contatto e differenze

Un tema importante, quello trattato, che desta grande attenzione, così come alta attenzione vi è nei confronti delle misure in attesa per quanto riguarda marzo: quando arrivano i pagamenti INPS, RdC, Naspi e i bonus.

Talvolta, il reddito di base viene accostato o ancora viene considerato molto simile al Reddito di Cittadinanza, sebbene invece, come spiega Trend-online, vi siano differenze tra la misura nota in Italia e la proposta a livello europeo. Rispetto al sussidio introdotto nel 2019 su proposta del Movimento 5 Stelle, quest’ultimo prevede diverse condizioni da rispettare, come quelle reddituali, l’ISEE, patrimoniale e finanziarie.

Inoltre, oltre all’importante sostegno economico alle famiglie in difficoltà, il RdC è anche legato a favorire e incentivare la ricerca di un lavoro e per diversi aspetti, per quanto sia una misura rilevante e dalla grande importanza per coloro che si trovano in condizioni di difficoltà economica, non va confusa, si legge, con la proposta europea.

C’è anche chi si chiede se vi siano somiglianze tra reddito di base europeo e reddito di emergenza, il quale, va ricordato, era un sussidio economico elargito ai nuclei familiari che versavano in condizioni di difficoltà, pur non in possesso dei requisiti legati al Reddito di cittadinanza, sottolinea Trend-online.com. Una misura erogata su base mensile per un massimo di 840 euro.

Anche in questo caso, viene spiegato, questa misura e la proposta di tipo europeo, non sarebbero paragonabili poiché si farebbe riferimento a dei “requisiti di accesso” in un caso, e alla incondizionalità dall’altro. Al di là di questo, anche il reddito di emergenza ha rappresentato un aiuto fondamentale per le famiglie durante la pandemia, e di una eventuale proroga si è parlato a lungo, sebbene pare che tale ipotesi oggi sarebbe definitivamente tramontata, anche considerando la fine dello stato di emergenza al 31 marzo 2022.

Reddito di base europeo: quando potrebbe arrivare e come firmare l’iniziativa

È bene ribadire ancora una volta che, ad oggi, quando si parla di reddito di base si fa riferimento, per quanto attenzionata, ad una proposta lanciata a livello europeo, di cui si discute da anni inoltre. Quando eventualmente ed ipoteticamente potrebbe arrivare il reddito di base europeo?

Trend-online.com segnale che vi sarebbe una data che potrebbe rappresentare un omento di svolta, per quanto concerne i paesi UE, poiché il prossimo giugno, l’Unione Europea e in particolare la Commissione, potrebbe portare all’approvazione in Parlamento del progetto in questione, nel caso venga raggiunto il numero minimo necessario di firme per indire un referendum.

Si tratta di una occasione importante, legata però al quorum necessario per l’ipotetico referendum, e in tal senso vi è la possibilità della raccolte firme

Trend-online spiega che vi sono tante petizioni, e i siti stanno raccogliendo le firme in tal senso; sul sito web eci.ec.europa.eu, si può raggiungere la pagina iniziale della raccolta firme, con l’indicazione degli obiettivi fondamentali relativi a tale proposta.

Ai fini, eventualmente, della firma, occorre seguire alcuni passaggi quali la selezione del Paese di cui si ha la cittadinanza, la dichiarazione di accettazione di riservatezza e il contenuto dell’iniziativa e la conferma circa il fatto di non aver già dato in precedenza il proprio contributo. Poi l’eventuale soggetto interessato può decidere se procedere alla compilazione del modulo oppure impiegare l’eID del proprio Paese.

La sezione successiva, sbloccata, prevede l’inserimento dei dati personali, e una volta fatto si può procedere al sostegno dell’iniziativa in questione.

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